Il consiglio direttivo dell’ISAO ha comunicato di aver dovuto rinviare a data da destinarsi la conferenza in programma per venerdì 21 febbraio.
ORVIETO – “I centro anni dei Vascellari” è il titolo della quinta conferenza Isao per l’anno accademico 2019-2020. Si terrà venerdì 21 febbraio 2020, alle ore 17.30, presso la Sala Auditorium del Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Parlerà il l’architetto Alberto Satolli, studioso della ceramica orvietana e figura di primo piano dell’Istituto Storico Artistico, di cui è attualmente il Vicepresidente dopo aver occupato per anni la massima carica.
L’8 settembre 1920, davanti al notaio Vincenzo Fiamma, fu fondata l’associazione L’arte dei Vascellari di Orvieto: primo motore dell’iniziativa fu il professor Pericle Perali, che aveva studiato moltissime ceramiche medievali venute alla luce in quel periodo, e che ebbe la vincente idea di riproporre, anche nel solco inglese delle Arts and Crafts, una forma tradizionale di artigianato che avrebbe, da una parte rappresentato un ottimo sbocco economico e sociale (anche legato ad un crescente turismo), e dall’altra avrebbe rinverdito la conoscenza della ricchissima storia del Comune medioevale di Orvieto, sotto ogni punto di vista.
“Ma, attenzione – sottolinea il Presidente dell’Isao Raffaele Davanzo – tradizione ceramica non significava assolutamente la sola riproposizione di un assetto sostanzialmente rigido di forme e simbologie culturali venute dal passato ma, viceversa, anche un’apertura verso la creazione di nuovi soggetti artistici ed iconografici, in quanto si comprese (e da qui il successo dell’iniziativa) che la storia è fatta di continui cambiamenti, innovazioni, ritorni.
Quindi creatività su un solco tradizionale, ma sempre artigianato, cioè una pratica di lavorazione umana con scarsissimo ausilio tecnico”.
Il Direttore che il Perali chiamò nel 1922 fu Ilario Ciaurro (si erano conosciuti a Gubbio), che organizzò una bottega con moltissimi decoratori, tra i quali ricordiamo almeno Angelina Suadoni. I temi sono strettamente orvietani, ed il centenario offre tante ed affascinanti riflessioni, tra cui quella sulla mancanza di un Museo della Ceramica, operante anche come scuola.