“Dopo quella di mercoledì 11 dicembre, il sindaco di Terni ha convocato per venerdi 27 dicembre un’altra riunione dei sindaci dell’AURI sub-ambito n. 4 con all’ordine del giorno “Comunicazioni in merito cessione quote ASM spa”, con ciò implicitamente riconoscendo l’interesse dell’operazione cessione quote per tutti i comuni che del sub-ambito fanno parte. Dunque, in attesa di discutere l’intera questione (cessione quote ASM e modifica dello statuto) nel Cc di Orvieto (ed è da augurarsi anche nei Consigli degli altri comuni), mentre auspico che il sindaco partecipi alla nuova riunione, chiedo che, se non fosse orientato a contrastare da subito le iniziative del Comune di Terni, almeno non prenda impegni in nessuna direzione finché la discussione richiesta non si sia svolta e il Consiglio comunale non abbia espresso il proprio parere.
Giacché questa partita si pone ormai oggettivamente come cartina di tornasole delle volontà politiche rispetto al duplice obiettivo di tutelare gli interessi del territorio e di collaborare con gli altri per governare con logiche di sistema nella più completa trasparenza degli atti”.
Con queste premesse, il consigliere Franco Raimondo Barbabella chiede di portare in discussione al prossimo Consiglio Comunale l’ordine del giorno: “La politica dell’idrico e dei rifiuti non la può fare da solo il Comune di Terni. Bisogna riformare il sistema”. Di seguito il testo:
Premessa
Lo scorso 11 dicembre si è tenuta, convocata dal sindaco di Terni con all’odg “Cambio statuto idrico, determinazioni”, la riunione del sub-ambito 4 dell’AURI. Era assente il sindaco di Orvieto. In quella sede risulta sia stata data comunicazione della volontà dell’Amministrazione comunale di Terni di alienare a favore di Umbria 2 – ACEA il 15% delle quote di proprietà ASM (prezzo, sembra, sei milioni) e di procedere alla modifica dello statuto per conferire maggiori poteri all’amministratore delegato (che per statuto è di nomina ACEA). Risulta che alcuni sindaci di diverso orientamento si siano decisamente opposti a queste proposte e a questo modo di procedere. Risulta parimenti che si siano schierati a favore Lega e FI, anche se formalmente non si è votato e non c’è stata una presa di posizione ufficiale dei partiti. Ora si viene a conoscenza che per il prossimo 27 dicembre il Sindaco di Terni ha promosso una nuova riunione, del cui esito si saprà quando questo odg non sarà stato ancora discusso.
Chiaro comunque già oggi il significato dell’operazione: ASM, cioè Comune di Terni, cerca di risolvere almeno parzialmente i suoi problemi finanziari (quanto gravi?) e questo appare strettamente collegato con la modifica dello statuto. Uno scambio magari legittimo, ma che certo non può lasciare indifferenti gli altri comuni dell’ambito, almeno per due ragioni: 1. il rischio che l’iniezione di alcuni milioni nel bilancio ASM non risulti sufficiente a mettere in sicurezza l’Azienda, e che pertanto sia necessario in ogni caso conoscere e discutere il piano industriale in cui l’operazione si inserisce in ragione della connessione che esso ha con l’interesse dell’intero ambito; 2. La modifica dello statuto non può essere un semplice oggetto di scambio tra due realtà parziali dell’ambito e deve avvenire non solo con il coinvolgimento di tutti i componenti di esso ma avendo chiari i compiti sia di chi dirige sia anche dei soggetti dell’ambito e della stessa AURI.
Questi problemi e queste dinamiche indicano poi chiaramente che ci sono contraddizioni di sistema, a partire dal fatto che la gestione dei servizi (idrico e rifiuti) è di fatto privatizzata mentre l’organo di controllo è pubblico, ma non si capisce bene come nella realtà funzioni (per cui nell’attuale formulazione il suo ruolo nappare come minimo inadeguato) e come può intervenire per garantire che la programmazione e l’organizzazione nei singoli territori (dove i servizi sono effettuati da realtà diverse) sia a vantaggio dei cittadini e non invece a tacito consenso su scelte che passano sopra la testa dei comuni e dunque dei cittadini in carne ed ossa.
Se mettiamo insieme la presente questione con la vasta, complessa e urgente problematica della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e anche con quella, recentemente da me posta all’attenzione del Consiglio, sul contenzioso tra SII e comuni sui rifiuti, allora c’è gran materiale di cui occuparsi per porre la questione di livello regionale di una riforma dell’AURI e comunque di una revisione profonda della politica regionale sia dell’idrico che dei rifiuti.
In questo senso ancora una volta emerge di fatto e prepotentemente la necessità di un coordinamento tra i comuni del territorio orvietano, guardando al futuro di una politica che non può più reggersi solo sulle dinamiche chiuse di una regione chiusa.
Dispositivo
Per le ragioni di cui in premessa si propone di adottare il seguente indirizzo vincolante di governo in un settore vitale per il nostro territorio:
1. Mettere in discussione l’iniziativa in corso da parte del Comune di Terni con riferimento alla necessità di conoscere preventivamente il piano industriale in cui rientra l’operazione finanziaria ASM per le ragioni suddette;
2. Subordinare ogni assenso su quell’iniziativa alla discussione approfondita nei consigli comunali dell’ambito soprattutto con riferimento alla modifica dello statuto, sempre per le ragioni suddette, giacché il cambio di statuto di una partecipata prima e/o poi in Consiglio deve comunque andare;
3. Affrontare con urgenza, come ovvia conseguenza di tali problemi e di tali necessarie discussioni, la questione della ridefinizione del sistema regionale di gestione sia dell’idrico che dei rifiuti;
4. Coordinarsi a tal fine con pari urgenza anzitutto con i comuni del territorio orvietano e se necessario andando anche oltre tale area;
5. Infine, fare tutto ciò indipendentemente dalle affinità politiche, prendendo posizioni chiare e decise con riferimento agli interessi dei cittadini amministrati, naturalmente all’interno di un disegno aperto e lungimirante di politica territoriale.
Franco Raimondo Barbabella,
consigliere comunale