ORVIETO – Un anno di reclusione e un risarcimento di 10mila euro. Questa la condanna emessa dal Tribunale di Terni nei confronti di un uomo che, per mesi, ha fatto vivere nel terrore una giovane donna orvietana, vittima di attenzioni morbose e minacce. Secondo la ricostruzione dei fatti, l’uomo, che aveva avuto una breve relazione con la donna, ha agito perpetrando nei confronti della vittima un comportamento vessatorio e persecutorio tanto da gettare in un vero e proprio stato di terrore lei e i suoi familiari.
Gli atteggiamenti dell’uomo, che continuava a chiedere appuntamenti alla sua ex, divenivano aggressivi e minacciosi quando puntualmente riceveva un rifiuto da parte della donna: centinaia e centinaia di telefonate tempestavano la vittima e i suoi familiari ad ogni ora del giorno e della notte, rendendo di fatto impossibile lo svolgimento di una vita normale e serena.
Oltre a questo, l’uomo era arrivato a seguirla in auto e ad aspettarla sotto casa, con un fare sempre aggressivo: la vittima ha vissuto momenti terrificanti poichè durante alcune telefonate le sarebbero state urlate anche minacce di morte; in questa sua follia, l’uomo ha coinvolto anche persone molto vicine alla sua vittima, cosa che ha reso la vicenda ancor più angosciosa per l’intera famiglia.
In un’occasione, secondo quanto riportato dalla sentenza di condanna, l’uomo è andato oltre le minacce, arrivando a danneggiare seriamente l’autovettura della donna lasciata in sosta in un parcheggio cittadino. Pur vivendo in un clima di paura e terrore che l’ha portata a temere per la propria incolumità e quella dei familiari, nonostante uno stato di palese prostrazione emotiva, la donna ha comunque trovato il coraggio di uscire allo scoperto e denunciare il suo persecutore: nonostante le continue minacce non si è lasciata scoraggiare e grazie al supporto di un legale orvietano è riuscita ad ottenere la condanna del suo persecutore.
La sentenza emessa dai giudici ternani dimostra che il primo e irrinunciabile atto di difesa da una violenza di genere, deve partire dal coraggio della donna di denunciare ogni tipo di sopruso. Il contrasto alla violenza sulle donne, ricordata recentemente da una giornata dedicata all’argomento, non dispone ancora di tutti gli strumenti necessari ed efficaci che occorrerebbero, tanto che praticamente ogni giorno si leggono notizie di efferati femminicidi. Nel suo piccolo, la sentenza emessa in favore della donna orvietana può essere una piccola goccia nell’oceano di minacce e paure, magari quella che potrebbe infondere coraggio ad un’altra vittima di violenza di genere per denunciare il suo aguzzino. (S.S)
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