ORVIETO – Alla presenza di un nutrito numero di esperti, appassionati ma anche curiosi, venerdì 10 maggio è stato presentato il restauro della mostra d’altare dell’Oratorio della Misericordia, una delle preziosità di Orvieto per anni rimasta chiusa all’ammirazione. Di questo si tratta: di uno sguardo che, oltre alla narrazione storica e artistica (portata dalla Associazione Pietre Vive nei successivi giorni di sabato e domenica), affascina il visitatore che rimane ammirato tra la pala e la sua ritrovata mostra, dagli affreschi di Salvi Castellucci, agli austeri stalli cinquecenteschi sino al pulpito di fine XVII secolo e alla vicina e antica chiesa di Sant’Agnese. nel quale oltre all’arte e alla storia, si fondono anche catechesi e pastorale, quel bisogno umano di non essere abbandonati, di stare vicini al prossimo in una delle forme più disperate: la carcerazione e la prossimità dell’esecuzione capitale.
In occasione della presentazione, sono intervenuti il nostro vescovo monsignor Benedetto Tuzia e il tenente colonnello Guido Barbieri del Nucleo Patrimonio Culturale di Perugia. È seguito il saluto del presidente della confraternita di San Giovanni Decollato della Misericordia don Luca Conticelli che ha ricostruito le fasi del recupero, ringraziando tutti coloro che a vario titolo hanno lavorato e contribuito alla realizzazione dell’iniziativa sino alla presentazione.
Dal punto di vista artistico e storico sono poi intervenute la dott.ssa Stefania Furelli, funzionario della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, e la dott.ssa Giovanna Bandinu, coordinatrice dell’Ufficio BB.CC.EE. della diocesi di Orvieto-Todi, che hanno portato rilievi artistici di elevato spessore rispetto a tutto l’Oratorio e, in particolare, nei confronti della pala rappresentante una Pietà, posta nella reintegrata mostra dell’altare maggiore da cui era stata smontata quasi quaranta anni fa .
L’iniziativa si è conclusa con la presentazione dei lavori da parte della ditta Keorestauro che ha mostrato un video delle fasi di recupero, montaggio e restauro. La sorprendente presenza, ha dimostrato ancora una volta come e quanto questo luogo sia caro agli orvietani, esperti o meno che hanno risposto positivamente alle sollecitazioni storico e artistiche dei relatori, che hanno portato elementi nuovi sulla storia della Confraternita e sul suo patrimonio artistico prodotto in secoli di attività.