Franco Raimondo Barbabella ha annunciato che correrà da candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di maggio. Lui che è stato uno degli ex primi cittadini di Orvieto, annunciando la propria discesa in campo, ha voluto però da subito chiarire che la sua decisione non è contro nessuno e che il suo intento è unicamente quello di ridare alla città la propria autonomia decisionale, slegata dai vincoli partitici e dalle imposizioni provenienti dalle segreterie regionali. Proprio questi riferimenti sembrano additare le scelte e i tatticismi degli altri schieramenti, con la Lega che è in attesa che la commissaria Saltamartini si esprima definitivamente sulle alleanze e sui nomi da presentare ed il PD, preso in contropiede da Giuseppe Germani, che ha cercato di correre ai ripari chiedendo, tra gli altri, a Roberto Conticelli di candidarsi, ricevendone però un netto rifiuto.
Partendo dal documento programmatico presentato lo scorso 7 dicembre da Comunità In Movimento, Barbabella ha detto di aver ricevuto molti apprezzamenti, anche dagli amministratori, ma senza che questi si tramutassero in azioni politiche e amministrative concrete. “In questi giorni abbiamo assistito ad un fiorire di candidature a sindaco della città – esordisce Barbabella – senza che si sia compreso su quali proposte ci si presenta. Personalmente ho atteso a lungo prima di prendere questa decisione, per comprendere cosa ci fosse di concreto nei progetti degli altri: in realtà mi sono accorto che l’unica proposta programmatica è quella che venne presentata dal COM. Ritengo che a situazione di Orvieto sia abbastanza preoccupante, c’è il concreto rischio di scendere come Comune sotto i ventimila abitanti. Inoltre – continua l’ex sindaco – abbiamo una serie di strutture importanti della citta che stanno diventando la metafora del suo declino senza speranza (ex ospedale e caserma Piave): non si vedono progetti che mettano a frutto le ricchezze della citta in maniera credibile. Anche il sistema scolastico è organizzato in maniera approssimativa”.
Ripartire da Orvieto, ripensarne il suo ruolo e il suo sviluppo non solo come centro storico ma coinvolgendo in pieno tutto il territorio, le periferie e le frazioni: è questo in sostanza il fulcro del ragionamento di Barbabella, riprendendo il bandolo della matassa e dialogando con i territori vicini. E’ evidente anche a lui come a tutti, che Orvieto debba riprendere un ruolo primario e decisivo, visto che ormai da tempo la città è tagliata fuori dalle strutture decisionali che contano, riappropriandosi di un ruolo che faccia capo alle risorse intrinsecamente orvietane.
“Dobbiamo ricollocarci, c’è bisogno di modernizzare le infrastrutture e calarci in una nuova idea di città”, prosegue Barbabella. “Io mi candido per questo, credo che l’esperienza conti qualcosa, come anche la collaborazione forte con giovani di esperienza che già hanno un percorso e sono disposti a giocare la partita per la città; io mi pongo come punto di aggregazione, mi metto a disposizione e se la città non vorrà, pazienza. Ripeto, io non ce l’ho con nessuno, la mia candidatura è un’operazione civica e non contrapposta a qualcuno. Abbiamo compreso che la gente ha bisogno di andare oltre, i partiti stanno cercando candidati dappertutto: c’è bisogno di una classe dirigente che abbia una visione su ciò che deve fare, abbiamo bisogno anche di una città che reagisca”. Barbabella chiude con un immancabile riferimento alla situazione della ex caserma Piave e lanciando una stoccata a Roberta Tardani, candidatasi a sindaco la scorsa settimana con una lista civica dal nome evocativo di anni luminosi sulla Rupe: “Progetto Orvieto”.
“Sul futuro della Piave e del Campus, non vedo nulla di concreto ma non ho elementi sufficienti per espormi. La caserma e l’ex ospedale sono strutture vitali per la citta, o rivengono funzionalizzate o rischiano di diventare speculazioni; noi avevamo individuato soluzioni che duravano nel tempo, non soluzioni speculative. In dodici anni nessuno è stato capace di tirare fuori niente di serio”, conclude.
Sul nome della lista della Tardani, Barbabella è tranchant: ricordando quello che ha significato per la storia della città il Progetto Orvieto messo su a partire dalla fine degli anni ’70, l’ex sindaco si augura che la nuova formazione civica sia all’altezza del nome che porta. “E’ un impegno forte, quell’esperienza significò molto per il rilancio della città, è una posizione difficile ma se vedrò che ci sono cose buone, io non mi pongo limiti legati agli schieramenti, parlo con tutti”. Il nome della lista di Barbabella? Sarà “Orvieto..Verso nuovi orizzonti”. (G.M)