di Massimo Gnagnarini
In attesa che si completi il quadro delle candidature alle ormai prossime elezioni comunali di Orvieto anche gli attivisti civici come me pensano a cosa dover fare. Lo dico subito io sono per Germani 2.0 Lui è uno di sinistra mentre la mia storia e i miei valori di democratico liberale rimangono piuttosto distanti. D’altra parte la sfida di governare la città insieme alla sinistra già cinque anni fa poteva apparire azzardata, ma poi la prassi e la visione di città che ci ha unito e accompagnato nell’azione amministrativa svolta si è rivelata oggettivamente positiva al netto, ovviamente, degli errori commessi.
Posso testimoniare, per aver gestito le deleghe al bilancio, al personale, ai tributi e alle partecipate che in tutti questi affari comunali non si è mai infilato alcun potere economico o politico estraneo alle istituzioni né tantomeno i rossi sedicenti comitati d’affari di storica memoria.
Abbiamo potuto risanare i conti comunali e affidare i principali appalti esterni senza guardare in faccia a nessuno e senza favorire alcuno che non fosse aggiudicatario delle gare pubbliche esperite. Abbiamo contenuto le tasse e l’ha dove è stato possibile intervenire le abbiamo ridotte. Abbiamo rilanciato le infrastrutture della mobilità alternativa del centro storico, promosso eventi e la sua immagine turistica, garantito gli alti standard dei nostri servizi sociali e dei nostri presidi culturali. In questi anni non abbiamo venduto uno spillo del nostro patrimonio pubblico mentre abbiamo reperito e investito milioni di euro sulla città.
Certo oggi è un’altro giorno con altre emergenze e nuove ambizioni per Orvieto. C’è il preoccupante calo demografico e quello dei nuovi insediamenti che soffrono dell’invecchiamento dei residenti e di un mercato immobiliare drogato dal turismo. L’idea futura di città è a un bivio: o si prende la strada a prevalente vocazione turistica oppure quella dei servizi riservati alla comunità locale. Scegliere l’una o l’altra strada non è neutrale.
Cambiano le priorità, la natura degli investimenti da realizzare, la regolazione del traffico e delle isole pedonali, i servizi da erogare, le politiche famigliari e residenziali, le tipologie commerciali da favorire e così via. Ora riuscire a coniugare le due cose e farle diventare un’unica autostrada a due corsie costituisce la chiave di volta su cui impostare una Politica di sviluppo nei prossimi vent’anni. Che lo possa fare Germani 2.0 e una nuova squadra intorno a lui è probabile perché su queste scelte e su queste problematiche l’Amministrazione uscente si è già proiettata a sperimentare e a immaginare i cambiamenti scontando, peraltro, le inevitabili perplessità o la contrarietà di una consistente fetta di popolazione abitudinariamente ferma e ostile alle novità.
Sarei anche per decidere su come governare Orvieto con un nuovo Sindaco di destra, ma finora al di là di qualche nome a candidato sindaco che ha già inutilmente tentato di risolvere la questione orvietana nel recente passato, non esiste nulla di propositivo o di alternativo raccontato dalle destre su cui potersi confrontare ed eventualmente aderire. Ma forse sono io che non capisco e forse il programma elettorale vincente sarà quello di chi non propone niente.