di Giorgio Santelli
Se ne è andato Ignazio Li Donni. Se io e altri amici siamo diventati giornalisti professionisti in parte lo dobbiamo a lui e a quella folle esperienza di Tutta Finanza. Un quotidiano glocal (quando eravamo solo noi a utilizzare questo termine) di politica ed economia. Nei fatti il professore era l’editore. Quotidiano nazionale edito a Orvieto, in quello che noi, giornalisti e poligrafici, definivamo “il Villone di Camorena”. Una cuoca, Rosa, che cucinava per noi a chilometro zero, la signora Gina a confortarci quando c’erano le sfuriate di Ignazio, i figli Paolo e Alessandro a farci da direttori editoriale e responsabile. Buongustaio, come i figli, con una passione per la bottarga. Quella buona! Nella villa, per noi “lavoratori” anche la piscina, per la pausa di pranzo d’estate. E per i colleghi che venivano da fuori anche l’alloggio.
E tra tutti noi, troppo amici per essere semplicemente colleghi, si lavorava bene. Le storie del prof, così come le sue sfuriate e la sua ironia sorniona, erano mitologiche. Quasi come i nostri errori nei titoli in prima che lo rendevano estremamente irascibile. Era un uomo di cultura. La biblioteca era grande come una scuderia. Mitologico, per molti orvietani, era anche quel Villone. Prima di conoscerlo come posto di lavoro, come sede della redazione del giornale, da fuori vantava per tutti un alone di mistero. E misterioso era anche il prof, prima di conoscerlo.
Pensava in grande, si occupava di tutto. Dalla finanza all’editoria, prodotti sanitari e parasanitari e tanto altro. Questa sua euforia e creatività imprenditoriale lo rendeva continuamente vivo e col cervello in moto. Nella vita, raccontava, anche un ruolo nell’ufficio abbonamenti Rai. La Sicilia, la sua terra, nel cuore, insieme a Koroni, in Grecia. Dopo la fine dell’esperienza di Tutta Finanza chiedeva spesso ai figli di noi. Era fiero di quella che tutti avevamo fatto dopo. Io lo ricordo in sahariana, col cappello a falde e l’immancabile mezzo toscano che chiedeva a Gina. La mattina era spesso lui a prendere la mazzetta dei giornali da Ferruccio, alla stazione, per portarla in redazione. Mi sembra di vederlo anche ora. Ignazio e Gina, lei alla guida del Pandino bianco e lui di fianco. La mattina tappa fissa lì per i giornali. Ed anche dopo l’esperienza di Tutta Finanza lo si poteva incontrare lì. E ti chiedeva come va, col solito ironico sorriso. E a chi trovava chiedeva degli altri. Alessandro e Paolo mi hanno detto che se ne è andato tranquillo, nel sonno, a casa sua. Fino all’ultimo è stato attento a quel che succedeva a Orvieto e nel mondo. Tradizione Glocal rispettata. Guardando le news, ascoltando la radio. Buon viaggio prof. E grazie.
“Grazie alla dottoressa Magnolia, è stata una luce in un tunnel totalmente buio”
"Sono qui per raccontarvi la mia esperienza. Abbiamo ancora molto da fare, però, posso ritenermi fortuna e soddisfatta. Sono la...