MONTEGABBIONE – Il lavoro sperimentale svolto in questo anno sui terreni comunali, frutto della collaborazione fra agricoltori, ricercatori, Parco 3A-Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, Associazione Rete Semi Rurali, Università degli studi di Perugia, e coordinato dall’agronoma Livia Polegri, ha convinto l’Amministrazione a promuovere uno sviluppo legato alla biodiversità, approvando all’unanimità nel Consiglio Comunale del 29 novembre un disciplinare di produzione di specie agrarie per la filiera corta e di qualità, includendo anche l’aspetto sociale che sottintende il progetto.
L’approccio si basa sul miglioramento genetico partecipativo, teoria genetica sviluppata dal Prof. Salvatore Ceccarelli e dal suo gruppo di lavoro ICARDA, grazie alla quale popolazioni di semi sviluppano un’enorme varietà che permette al sistema di resistere agli eventuali stress e garantire la quasi certezza del raccolto. È altresì un metodo cosiddetto partecipativo perché condotto insieme agli agricoltori locali. In questo modo si perseguono vari obiettivi: riportare le sementi nelle mani dei contadini, produrre cibo più sano e a km zero, aumentare la qualità preservando la tipicità del prodotto trasformato.
Le aziende agricole che vorranno utilizzare il bollino di MontegabbioneBio diventando attori della filiera, dovranno rilasciare una dichiarazione in Comune in cui indicano la tipologia di semina, l’utilizzo di sementi biologiche, l’impostazione di una rotazione delle colture, il non utilizzo di diserbanti o fertilizzanti di sintesi. Un percorso ambizioso che mira a creare un patto fra agricoltore-trasformatore-consumatore, per rispondere concretamente ai cambiamenti climatici in atto, sostenere lo sviluppo delle aree rurali, preservarle dallo spopolamento, garantire la sicurezza alimentare. (Isabella Marchino)