ALLERONA – Centosettanta presenze, venti volontari a gestire sala e cucina, una ricercatrice universitaria impegnata in una “lectio brevis” e l’entusiasmo di una comunità raccolta attorno ad un progetto – scientifico e turistico – che valorizza il territorio. Questa, in breve, la cronaca della “Cena per la Balena”, organizzata dalla Cooperativa Sociale di Comunità O.A.S.I di Allerona allo scopo di raccogliere fondi per avviare il restauro dello scheletro della “Balena di Allerona” , il grande cetaceo che nuotava nel mare del Pliocene e che si congedò dal mondo (dall’acqua, per meglio dire) adagiandosi sulle argille di Bargiano, un tempo fondale marino e oggi distesa agricola che custodisce tesori fossili.
Dopo i saluti del Sindaco di Allerona Sauro Basili (presente anche il Sindaco di Orvieto Giuseppe Germani), la professoressa Angela Baldanza, responsabile scientifico del Museo dei Cigli geologici di Allerona e ricercatrice presso la Facoltà di Fisica e Geologica dell’Università di Perugia ha svolto, con l’ausilio di un video, una “lectio brevis” sulle vicende geologiche e geografiche dell’era pliocenica, quando queste terre erano coperte dalle acque e il mare lambiva le pendici del Cetona e dell’Amiata.
Ai quei tempi Allerona era un Golfo ricchissimo di vita fatta di alghe, molluschi, artropodi, cetacei che, ad un certo momento, resta intrappolata dagli immani moti della terra, trovando nelle argille dei fondali un sepolcro che ha resistito un paio di milioni di anni. La lectio della Prof.ssa Angela Baldanza ha trovato un uditorio attento, a tratti emozionato dalle vicende di queste terre che ancora oggi restituiscono le tracce di una vita prorompente, orgoglioso di aver avviato un progetto di tutela e di conservazione di un bene culturale e scientifico di grande rilevanza.
Soddisfatti gli organizzatori, soprattutto per aver sollecitato l’attenzione su di un oggetto davvero speciale, ammiratissimo da paleontologi e ricercatori dei tempi profondi ma sostanzialmente straniero, sebbene abbia solcato per lunghi anni le acque di quello che un tempo fu il Golfo di Allerona. Con i fondi recuperati si procederà all’esecuzione delle prima fase di restauro. L’obiettivo è quello di restaurare e ricomporre l’intero scheletro per collocarlo all’interno dei locali del Museo dei Cicli Geologici di Allerona.
Hanno collaborato alla riuscita dell’iniziativa Unicoop Tirreno, A.V.I.S., La Locomotiva, G.S.D. Romeo Menti, Il Ginepro, G.A.S., Coro Polifonico Canto Libero, A.R.S.I., Pro Loco, A.C.D. Allerona, PRO.CIV., Comitato Festeggiamenti Allerona Pianlungo. Un ringraziamento particolare alla Cantina Monrubio per il supporto generosamente concesso.