ORVIETO – Sulla questione Libreria dei Sette, Il M5S orvietano guidato da Lucia Vergaglia dice no a soluzioni spot e propone una strategia in dieci punti. “Si deve gestire la situazione di crisi e trasformare le nostre peculiarità in opportunità – sostiene Vergaglia – senza cadere nella tentazione di soluzioni tampone. Per questo depositato una proposta da discutere con Amministrazione, mondo della cultura ed imprese”.
Quindi il mercato almeno in questa parte dell’Umbria ci sarebbe ed è compito del Comune e degli enti al servizio dell’impresa e dei cittadini da un lato rimuovere le possibili barriere all’iniziativa economica e dall’altro promuovere lo sviluppo cittadino. Da qui la presentazione da parte della capogruppo Vergaglia di un programma in dieci punti che permetta di rendere Orvieto un ecosistema migliore per lo sviluppo di attività culturali sostenute dal lavoro e dai fondi dei privati ed al contrario impedisca lo spreco di denaro pubblico in soluzioni tampone, o troppo politicizzate e comunque non di lungo respiro. Un programma che non viene portato come soluzione politica di parte ma come punto di partenza da discutere con enti, cittadini ed imprese, nella sede della Consulta per lo sviluppo economico di Orvieto e quindi aperto ad ogni contributo nell’interesse di tutto il territorio. Qui di seguito l’intervento di Lucia Vergaglia.
Per questo abbiamo deciso di presentare una proposta organica per questo settore oggi, ahimè, in difficoltà e proporlo in discussione nella sede della Consulta per lo sviluppo economico. Imprenditori, associazioni, scuole, esperti e responsabili degli enti potranno in quella sede affrontare ed approfondire la questione per poi presentarla all’Amministrazione“.
“Nuovi e specifici eventi – ha proseguito, – dalle modifiche dei regolamenti per permettere il di vendere i volumi nelle sedi delle presentazioni e dei reading ad una fiera delle librerie e degli editori indipendenti che ricordi Francesca Castellani, la compianta animatrice della libreria “Parole Ribelli” venuta a mancare troppo presto, senza dimenticare che per creare un ecosistema adatto allo sviluppo nel tempo di questo comparto occorra anche intervenire in maniera più ampia attraverso la governance cittadina cominciando dalle aperture serali della biblioteca, alla possibilità di portare un bibliobus delle librerie orvietane nelle frazioni, ad una esposizione diffusa tra le varie librerie in forma di percorso delle mostre presenti ad esempio nel Centro Studi Gianni Rodari, per la quale c’è già il progetto, od in presenza di opportuna curatela dell’Archivio Maoloni“.
Un frattura che va sanata. Le comunicazioni istituzionali difatti hanno sempre mantenuto una cifra stilistica anacronistica, polverosa di indifferenza e definitivamente lontana e burocratica. Il riscontro avvilente ed oggettivo di questa scarsa attenzione è anche, d’altra parte, nell’impostazione programmatica che si evince dalle modestissime risorse economiche che sono state destinate ed investite nelle politiche giovanili e nel settore più ampiamente considerato della cultura e voglio essere molto precisa ed intendo guardare alla proposta di Giunta del 24 aprile scorso che, sbagliando, non parlava ne dei millenials e neppure ai millenials.
Ed è incredibile dato che costoro rappresentano un universo variegato di sensibilità ed i principali fruitori ed utilizzatori delle reti sociali, quindi i principali divulgatori dei territori attraverso le piattaforme visuali come Instragram e Youtube, e nel frattempo rappresentano uno dei principali segmenti del marketing editoriale proprio delle librerie, tanto che ad essi sono spesso dedicati settori dell’editoria. Pertanto il dimenticarsi di queste intere fasce di pubblico e di cittadini a nostro avviso fa un gran danno non solo per gli operatori del settore ma all’intera città, al suo sviluppo ed alla sua prosperità. La questione è concreta e non c’è spazio per tifoserie culturali in cui un tipo di narrazione e linguaggio deve schiacciare l’altro, al contrario invece devono sostenersi e talvolta passarsi di testimone tra generazioni e tra stili, per il benessere della comunità”.