ORVIETO – Dopo ampio dibattito, il Consiglio Comunale ha respinto (8 contrari: maggioranza e Vergaglia; 4 favorevoli: gli altri consiglieri di minoranza) la mozione sulla sospensione delle recenti misure di viabilità e alla sosta nel Centro Storico presentata dai Gruppi Consiliari “Forza Italia”, “Identità e Territorio” e Gruppo Misto”. Mozione che la stessa Opposizione aveva annunciato nel corso di una conferenza stampa alle spalle proprio di Palazzo del Popolo e con la quale si impegnava il Sindaco a “lavorare sinergicamente, con tutte le forze politiche in campo, per riattivare una vera partecipazione cittadina sui temi che interessano la comunità e di sospendere, tutte le azioni intraprese finché non sia definito un progetto organico di sviluppo del centro storico capace di definire le priorità di intervento e gli obiettivi da raggiungere”.
La mozione è stata illustrata dalla Cons.ra Roberta Tardani (Forza Italia) la quale ha evidenziato come “la città è da tempo impegnata sul tema del suo sviluppo e della vivibilità del Centro Storico. Le riflessioni sulla gestione del traffico e dei varchi elettronici, le considerazioni sul futuro del Palazzo dei Sette e del palazzo del Popolo, i ragionamenti sulla pedonalizzazione di Piazza del Popolo e non ultime le giuste valutazioni sul confronto tra città turistica e città dei residenti, hanno chiamato gli orvietani – in molti e in diversi contesti – a confrontarsi con attenzione sul destino della città. Le scelte adottate nell’ultimo periodo in maniera disorganica hanno prodotto un impoverimento della città e la percezione di un luogo chiuso e poco incline all’accoglienza dei residenti delle realtà limitrofe.
Oggi la pedonalizzazione di Piazza del Popolo è diventato un elemento di discussione e di divisione perché non inserito in una visione progettuale che risolva il problema della sosta nel Centro Storico. E’ necessario adottare una programmazione organica, considerando anche le aree destinate al parcheggio limitrofe a Piazza del Popolo: dalla riqualificazione del vicino Piazzale Cimicchi al recupero funzionale di Piazza Vivaria e Largo Mazzini. Il tutto nell’auspicio che il progetto possa essere condiviso anche con gli imprenditori locali, favorendo quelle sinergie che in altre città hanno portato alla soluzione di problematiche complesse.
All’interno di questa ottica progettuale, di recupero e sviluppo del centro storico, deve essere necessariamente considerato il destino di alcuni immobili di pregio della città: Palazzo dei Sette, Palazzo del Popolo, ex Ospedale, Caserma Piave. Una città che pensa al futuro con interesse e produttività non può permettersi di rimanere vuota e di trovarsi sulle spalle il destino di immobili di pregio. E’ fondamentale, però, che le scelte siano prese attraverso un processo di condivisione affinché il percorso sia il più rispettoso e produttivo per il futuro della città”.
“La mozione – ha soggiunto – si rifà ad un documento del PD che richiamando le preoccupazioni che circolavano in città ha invocato una condivisione affinché il percorso fosse il più rispettoso possibile. In quattro anni da parte della Giunta siamo stati concentrati a parlare solo di parcheggi nel centro storico. Con questa mozione il PD è caduto nel tranello che gli abbiamo teso: si è dimostrato che non esiste la condivisione, che non c’è un programma e nessun progetto e che il Sindaco manca di autorevolezza tanto che alla prima alzata di voce del PD è ricorso ad una delibera ed una ordinanza. Ci viene chiesto di presentare il nostro progetto, ma noi diciamo che prima delle nostre proposte l’Amministrazione doveva pensare a portare all’attenzione il progetto di città che ha in mente, a partire dalla residenzialità in risposta alla desertificazione ed ovviamente una politica turistica degna di questo nome, entrambe inquadrate in una politica culturale che si cali nell’identità di questa città riunendola attorno ad un unico soggetto che produce cultura. In realtà non esiste nulla di tutto questo, ma intanto si procede in modo schizofrenico. Conosciamo bene i problemi del commercio legati alla grande distribuzione e allo sviluppo dell’e-commerce quindi sarebbe stato meglio ragionare in modo organico per poi arrivare, alla fine, una rivisitazione del traffico e anche la pedonalizzazione di alcune zone. Se una città intera chiede di essere ascoltata forse ci sono dei motivi. L’Amministrazione deve saper tornare indietro su alcune questioni e lo sviluppo della città è il tema prioritario. Il marketing turistico-territoriale ha bisogno del contributo di chi lavora e vive in questa città”.
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Dibattito:
Martina Mescolini (PD): “il mio intervento si riferisce ai contenuti della mozione che io non condivido. E’ stato fatto il copia/incolla di un comunicato fatto, a titolo individuale e non condiviso all’interno del partito, dal segretario del PD insieme al segretario del circolo Orvieto centro. Nella mozione si sostiene che l’impoverimento dipenda da molti fattori e non solo dalle misure sui provvedimenti di viabilità e sosta. Non concordo sul fatto che siano questi i fattori all’origine della depressione del centro storico.
In realtà sono fattori complessi che vanno affrontati con una analisi profonda che chiama alla collaborazione tutti quei soggetti che svolgono le loro attività nel centro storico. Mi sento oggi impossibilitata ad esprimere un voto contrario a questa mozione, nel senso che non mi trovo pienamente d’accordo con l’ultimo provvedimento assunto perché porta in sè una forte contraddizione: da un lato si pedonalizza, dall’altro si prevedono interventi che favoriscono la sosta e la circolazione nel centro storico.
Penso che sia controproducente mantenere una posizione ostinata quando insieme si possono realizzare percorsi comuni e condivisi per individuale le linee di sviluppo del centro storico. Fino ad ora, e parlo a nome della Consigliera Cotigni, in coerenza con il programma elettorale abbiamo sostenuto l’idea di intervenire sulla pressione veicolare nel centro storico per mantenere alta la qualità della vita nella città. Non abbiamo chiesto al Sindaco di fare marcia indietro ma di ascoltare i cittadini e le categorie. La politica ha la responsabilità di avviare ed accompagnare i processi non imporli. Invito a fare attenzione anche a rinunciare alle risorse che provenivano da piazza Vivaria che sono a bilancio, le quali possono essere investite in iniziative attrattive per il nostro centro storico”.
Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “tante misure attuate e a suo tempo criticate da questi banchi della minoranza, non sono state recepite. Questo avrebbe evitato tante gaffes al Sindaco. Questa confusione generale, questa schizofrenia, è spiazzante. Il commercio si basa anche sui parcheggi, è la logica dei centri commerciali, e da questo punto di vista Piazza del Popolo è un cuore pulsante. Alla domanda sul progetto di riqualificazione per la piazza del Popolo dopo la pedonalizzazione non è stata mai data risposta, a cominciare dal futuro del Palazzo dei Congressi su cui lo stesso PD ha bloccato l’operazione che l’Amministrazione Comunale aveva messo in piedi per la gestione della struttura. Le misure messe in atto per limitare il danno della presa di posizione ideologica della pedonalizzazione di Piazza del Popolo, sono ancora più inaudite. Questo quando la città, commercianti ma anche residenti, hanno chiesto a gran voce di fermarsi. Il Sindaco non è credibile né sulla partita della discarica né su quella dei parcheggi e della sosta. Anche le multe fatte alle 5 di mattina sono la peggiore strategia di marketing che si possa attuare, così come è un altro errore nella strategia di marketing, il costo dei parcheggi quando la seconda ora costa più della prima. Per evitare di perpetrare ulteriori danni nefasti invito il Sindaco a fermarsi, a metterci intorno ad un tavolo tutti insieme e a condividere le responsabilità”.
Tiziano Rosati (Sinistra Italiana): “un dibattito sulla pedonalizzazione che si protrae da tempo. Non è così tutto negativo come viene dipinto. Sicuramente la pedonalizzazione di Piazza del Popolo doveva essere comunicata meglio, ma è vero anche che dalla parte opposta è stato boicottato l’intero progetto di miglioramento. Infatti, come si pretende di pedonalizzare la città lasciando i cosiddetti ‘panettoni’ che, da quattri anni nonostante gli inviti a toglierli, stanno ancora là? O tappate con il catrame le buche sul selciato? Come riportare la bellezza nella città, dove è stata apposta la nuova e bella segnaletica turistica pedonale che sta, appunto, nelle città pedonalizzate, quando poi questi sforzi vengono sminuiti dall’accavallamento dei provvedimenti? Aggiungo e concludo che il futuro della città non dipende solo dai posti auto, ma dal fatto che i giovani se ne vanno perché non trovano risposte. Contrario alla mozione”.
Alessandro Vignoli (Per andare avanti): “difficile dibattere su problemi come questo che toccano tanti problemi e tante sensibilità ed interessi. Lo faccio partendo da un mio obiettivo. Ho abbracciato questa avventura nel 2015 con delle finalità specifiche e ho trovato nel Sindaco Germani un punto di riferimento. Su alcune cose sono d’accordo ma non sul fatto che piazza del Popolo sia il parcheggio del centro commerciale naturale che dovrebbe essere il centro storico. E’ una piazza, è per definizione un luogo di incontro, di passaggio, di osservazione e a questo ruolo va restituita a giudizio mio e non solo. Come principio generale io pedonalizzerei molto di più, piazza Simone Mosca, piazza Monaldeschi che sono delle piazze bellissime soffocate dalla auto.
Sicuramente il commercio ad Orvieto come nel resto d’Italia e nel mondo vive situazioni contingenti (Lussemburgo). Oggi dobbiamo avere il coraggio di iniziare un processo che deve correggere i troppi anni di invasione delle auto negli spazi cittadini ed avere il coraggio di fermare questo trend altrimenti non lo faremo mai. Uno degli appunti che faccio al Sindaco è che il provvedimento doveva essere assunto senza tentennamenti. Andava fatto all’inizio del mandato mentre invece oggi si parte ma ci si arresta subito.
Non posso non essere d’accordo con alcuni passaggi della minoranza. Arriviamo alla pedonalizzazione quando non riusciamo a garantire altri spazi completamente fruibili della città. Vanno riconosciute delle pecche come il passaggio a qualsiasi ora del giorno e della notte dei furgoni che percorrono Corso Cavour per la consegna delle merci ordinate attraverso il commercio on-line; oppure la sosta delle auto di servizio del Comune per gli spostamenti dei dipendenti dalla sede di via Roma alla sede di Piazza della Repubblica già pedonalizzata dalla passata amministrazione, ma costantemente in una situazione caotica. Lo dico anche come genitore.
Nell’isola pedonale ci devono passare solo i pedoni. Intorno ad alcuni provvedimenti sulla viabilità cittadina è necessario che il cerchio si chiuda. E’ ovvio che oggi i commercianti siano contrai alla pedonalizzazione di piazza del Popolo perché il cambiamento fa paura. Se lo avessimo fatto quattro anni fa saremmo potuti tornare indietro. Il commercio ho bisogno di altre misure che in bilancio no ci sono e che ‘Per andare avanti’ ha chiesto come le opposizioni, come sgravi fiscali e calmierazione degli affitti. Questa sarebbe una politica giusta. Voterà no alla mozione perché credo alla pedonalizzazione di Piazza del Popolo ma invito il Sindaco a considerare tutte le riserve che ho espresso”.
Roberto Meffi (Forza Italia): “il rischio che intravedo è che con questa politica si vada a sbattere. Il grido di dolore che è stato lanciato dagli operatori economici è reale e va ascoltato in maniera seria e adeguata, in quanto sono parte integrante e attiva. Dobbiamo fermare il trend della chiusura dei negozi. Si dovrebbero adottare misure straordinarie ma non ne vediamo traccia. Gli operatori vengono esortati ad investire di più, ma per quale progetto di città? La diminuzione, alcuni anni fa, di circa 30 stalli è stata una cosa pesantissima e gli effetti si vedono quotidianamente. Oggi sono stati azzerati altri 21 posti equivalenti a circa 120 posti di rotazione giornalieri che non ci saranno più che nell’arco dell’anno sono 46 mila posti, i quali aggiunti a quelli già tolti negli anni passati arrivano a 100 mila autovetture che non circolano più nel centro storico e che probabilmente non salgono più sulla rupe.
Occorre essere realisti e meno sognatori: il parcheggio di Piazza del Popolo è strategico. Il compromesso trovato non è risolutivo e non vorrei che la pezza sia peggiore del buco. Fa piacere che sia stata posta attenzione su una nostra proposta, ma per noi largo Mazzini doveva essere messo a parcheggio a pagamento. L’altra sera alla riunione promossa dai commercianti in questa sala è stato più volte chiesto. Misure straordinarie sarebbe l’aumento dei posti in piazza del Popolo, diminuire il costo dei parcheggi, fare azioni di comunicazione, iniziare uno studio al altissimo livello anche a livello urbanistico che possa proiettare la città in un futuro e in lasciarla elle sabbie mobili, creare le condizioni perché Orvieto sia più attrattiva. La progettualità va vista oltre. Il problema vero è che Piazza del Popolo si svuota ma per farne cosa? E ancora: quale ruolo e quali tempi per capire la futura gestione ed il rilancio del Palazzo del Popolo/Centro Congressi, e poi quale ruolo il Palazzo dei Sette che è stato definito ‘condominio culturale’, ma per cosa? Palazzo Simoncelli che fine ha fatto il Museo della Ceramica? Ex Ospedale? Caserma Piave? Sommessamente dico all’Amministrazione Fermatevi!”.
Lucia Vergaglia (M5s): “trovo interessante, non risolutiva, la proposta del segretario de PD a cui la mozione della minoranza si è ispirata. Perché vi è una valvola di sfogo in piazza Vivaria e lo slargo di Mazzini prospiciente al Corso riservato a soggetti in difficoltà anzi, da estendere auspicabilmente anche a zona rosa. Mi adeguo alle varie critiche sollevate. Capisco che nei programmi di governo si scrivono delle cose che poi nessuno legge. Mi chiedo se questo stato di confusione è destinato a continuare ancora per molto tempo, visto che c’è solo un anno di tempo per la conclusione del mandato amministrativo.
E’ un momento cruciale dove servono delle progettualità dal momento che forme si salvaguardia per monumenti e siti di particolari pregio quali il Palazzo del Popolo hanno bisogno di progettualità. Io ho umilmente presentato diverse ipotesi: dal far circolare in via sperimentale le auto nel percorso dietro l’ex Ospedale (cosiddetto piano Tordi) alla navetta da sperimentare a Natale, che era certo un momento pubblicitario ma che poteva diventare una navetta tutto l’anno da farsi in modo intelligente, in realtà oggi vediamo che, nella circolare ‘C’, recentemente introdotta, non c’è nemmeno scritto che è gratis! L’idea infatti era: parcheggi e giri gratis!
Questo doveva essere un messaggio di accoglienza! Il messaggio doveva essere ben evidente e invece, non c’è nemmeno l’orario e/o la cartellonistica sul passaggio di questo autobus free. Inoltre, per compensare la perdita eventuale di gettito di risorse legato alla perdita di posti auto, perché non abbassare le tariffe della Tosap in certe zone e, per rendere viva la piazza, dare la possibilità agli operatori di allargarsi di più sulla piazza con strutture gradevoli e adeguate al sito? Anche Piazza Marconi è rimasta lettera morta. Non bastano pochi stalli per i motociclisti che sono una clientela importante e che spende, gli stalli per i motociclisti potevano essere collocati anche a lato di via Roma, vicino alla palazzina Comando”.
Maria Flavia Timperi (PD): “Dietro l’apertura della piazza c’è una precisa idea di città. La pedonalizzazione è una scelta, una scelta per Orvieto, della cui bellezza siamo custodi, non padroni. E’ una presa di posizione, è vero, perché siamo convinti che il mandato che ci è stato affidato sia quello di contribuire a costruire il futuro di una città e non solo gestirne pro-tempore l’ordinario. E’ un cambiamento scomodo, ma l’errore più grande è trasformarlo da confronto su un modello di sviluppo a scontro tra fazioni. E’ un percorso che richiede la coesione del tessuto sociale, il ritrovato legame tra cittadini e cosa pubblica, lo sforzo congiunto di immaginare un futuro migliore, possibile e l’impegno convinto nel costruirlo, superando egoismi e corporazioni.
Non è fermando un irreversibile processo storico che si pongono rimedi alla crisi profonda che i centri urbani ed il commercio stanno attraversando. Non forniscono rimedi neanche le mani arrabbiate che distribuiscono volantini con ‘Orvieto distrutta’, che descrivono buio e declino nell’intento contraddittorio di riportare gente in città. Il dibattito sulla pedonalizzazione del centro storico che tiene banco da anni con uno scontro tra favorevoli e contrari su cui si sono buttati litri d’inchiostro, contrapponendo cittadini, commercianti ed amministratori in una guerra che si è combattuta e si combatte sulle spalle di una città che avrebbe bisogno, al contrario, di stimoli ed entusiasmo. Il progetto c’è, ed è quello che affonda le sue radici nelle intuizioni lungimiranti che vedevano nell’articolato ed organico sistema di mobilità alternativa, le risposte ai problemi di viabilità e traffico nel centro storico di una città alta e strana.
Grazie al ‘Progetto Orvieto’, la città poté indirizzare notevoli investimenti nel dotarsi, in anticipo rispetto ad altre analoghe realtà, di un sistema in grado di garantire l’assorbimento di grandi flussi di traffico senza congestionare le vie del centro. Tuttavia, nonostante il brillante lavoro di studio e pianificazione che fu allora condotto, e nonostante la città disponesse ormai da tempo di tutte le infrastrutture necessarie e sufficienti a portare a compimento quel percorso di modernizzazione a suo tempo iniziato, negli anni la mobilità del centro storico è stata oggetto di interventi incoerenti e contraddittori, che l’hanno resa stagnante e disorganizzata. E soprattutto: non funzionale.
Il sistema delle infrastrutture, utilizzate poco e male tanto da determinare ricavi largamente al di sotto dei potenziali, ha rappresentato solo un costo per le casse comunali, fino al punto in cui si è iniziato negli anni a sacrificarne la manutenzione, a scapito dell’efficienza. Dall’inversione di questo processo siamo voluti ripartire: con la nuova consapevolezza che la domanda di mobilità sostenibile, lenta, non inquinante e non invasiva dei valori culturali del centro storico è ormai un dato e la pedonalizzazione solo un tassello, una prospettiva che non vogliamo diventi un’occasione persa.
l percorso è stato avviato, con difficoltà come in ogni città che lo ha intrapreso.La segnaletica turistico-pedonale, la circolare ‘C’ gratuita, il prolungamento dell’orario di apertura delle scale mobili ed ascensori, le tariffe agevolate per i residenti nei due parcheggi di Campo della Fiera e Via Roma, la gratuità dalle 19 alle 2 di notte, il parcheggio ad 1 euro all’interno della Piave, ed ora i parcheggi a disco orario in Piazza Vivaria, sono tutte misure che vanno in una direzione e che hanno recepito anche le legittime perplessità che sono emerse. A queste deve però accompagnarsi uno sforzo collettivo nel portare avanti un processo di cui tutti debbono sentirsi attori perché chiudere la piazza alle auto (che inibiscono ogni diverso utilizzo se non quello di parcheggio) significa aprirla ai cittadini, ai commercianti, ai visitatori, ai turisti, alle attività economiche, sociali e culturali. Reinserire gli spazi nel tessuto urbano non è il punto di arrivo, è il punto di partenza. Le città sono fatte per essere vissute, e non dobbiamo scegliere tra passato e futuro. Ma scegliere quale futuro”.
Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “il problema sono le scelte che vengono fatte e quelle nel campo del traffico non sono avulse da tutto il resto. Il centro storico si è impoverito in questi ultimi anni, danneggiare il centro storico significa danneggiare un territorio più ampio. E’ un errore strategico chiudere delle strade importanti. Il pianoro sulla rupe di Orvieto è il centro storico più grande dell’Umbria quindi, facendo delle scelte politiche, non si possono ignorare gli operatori e i residenti che a loro volta hanno fatto scelte di vita e di lavoro su questo centro storico. Bisogna aprire gli occhi su questo disagio che è sociale ed economico e confrontarsi con la città in modo sistematico, ma il QSV di fatto è stato chiuso due anni fa. Piazza del Popolo diventa dunque un simbolo in ogni caso.
Si chiedono progetti per il centro storico, e allora che fine hanno fatto i progetti per la ex caserma Piave o per l’ex Ospedale le cui sorti non possono essere decise a Foligno? E per il Palazzo dei Congressi? O il Palazzo dei Sette affidato a soggetti terzi senza alcuna messa a bando? Quel che va a danneggiare la nostra comunità – imprese e famiglie – è la perdita di identità. Fermiamo tutto allora e facciamo le scelte opportune. Al di là del progetto complessivo di città, che non c’è, almeno sulle questioni specifiche si vada alla ricerca di una condivisione con gli operatori che creano reddito in questa città e con i residenti. Si crei cioè un confronto serio con i corpi intermedi di questa città”.
Andrea Taddei (PD): “siamo al passaggio finale di una mozione che in parte ha copiato e in parte cambiato un’altra mozione del PD, schieramento che sulla parte della mobilità ha lavorato alacremente. Si fanno proposte e si definiscono linee. La visione della città di Orvieto viene da lontano quando vennero pensati i progetti di mobilità alternativa, ispirati ad una città vivibile a misura d’uomo. La Orvieto di oggi è una città della cultura e adesso non si può tornare indietro. Le abitudini si possono cambiare ma le strategie vanno portate avanti con convinzione. La visione della città che abbiamo è quella di una città pedonalizzata ma facilmente raggiungibile da anziani e soggetti con difficoltà; Piazza del Popolo allora non può essere il parcheggio del centro commerciale del centro storico, ma la piazza importante quale è, con la sua funzione di aggregazione sociale e culturale. E’ evidente che questo disegno deve essere accompagnato da altre azioni ad esempio del Palazzo dei Congressi e non solo. Il centro commerciale di Orvieto deve caratterizzarsi per la sua bellezza. Ci sono delle cose da fare con sollecitudine sui tanti immobili pubblici e privati che attendono di trovare una soluzione per il futuro. Ringrazio le consigliere Mescolini e Cotigni che nel loro distinguersi ci hanno fatto capire che dobbiamo spogliarci della propria casacca e lavorare coesi verso l’obiettivo”.
Assessore alla Mobilità, Andrea Vincenti: “la sintesi è l’architrave di tutta questa discussione, sia rispetto alla dialettica democratica espressa in questa assise, sia per quella che si è sviluppata in città in un dibattito intenso sui temi della mobilità. Ciò attesta la difficoltà che tutti indistintamente abbiamo a superare una mentalità per cui si ragiona come atomi, ciascuno per sé e le amministrazioni di turno costrette ad adeguarsi a chi fa la voce più grossa. Tuttavia il dovere dell’Amministrazione è quello di tracciare una sintesi che è certo difficoltosa.
Inizio dalla copertura finanziaria: la misura straordinaria è stata possibile perché siamo riusciti a creare le condizioni per il recupero del parcheggio ex Ospedale di piazza Duomo (ancora in gestione alla cooperativa Carli) dalle cui risorse collocate in bilancio potevamo reperire i mezzi per compensare la misura straordinaria dei parcheggi gratuiti di piazza Vivaria e che, dal punto di vista quantitativo, sono l’equivalente di quelli occupati in piazza del Popolo, con grande risposta per i disabili su piazza Mazzini (su cui Meffi ed altri avevano sollecitato interventi); quindi si ricostituisce quel serbatoio di posti che prima stavano più in là. Se il PD porta una proposta ragionevole e coerente trovo assurdo che non se ne faccia tesoro ugualmente ad altre proposte.
E’ pronto il crono programma degli interventi attuativi della delibera e dell’ordinanza che devono essere fatti e che saranno attuati entro i primi giorni di aprile (da piazza Vivaria a Piazza Corsica, via San Leonardo, via Luca Signorelli, riaperta al netto dei risultati della sperimentazione).
Preciso che la collocazione di alcune barriere a protezione di aree pedonali, dopo la circolare ‘Gabrielli’ dell’estate scorsa, è diventata obbligatoria appunto per le aree pedonali. A seguito di uno studio molto accurato, da cui risulta che tanta rotazione non c’è stata, abbiamo individuato le aree su cui intervenire calcolando al centesimo la resa degli stalli. Qualsiasi siano i provvedimenti adottati occorre giustamente rispettarli e farli rispettare. Come Amministrazione ne siamo responsabili. Mi impegno in questo senso che anche sui corrieri sicuramente arriverà una risposta”.
Sindaco, Giuseppe Germani: “la scelta non è sporadica o a spot rispetto ad un sistema che viene da lontano e per il quale la città ha investito molte risorse nel corso degli anni. Stiamo cercando di ampliare la fruibilità dell’area del centro storico, finora relegata a poche vie centralissime, e destinarla realmente alla piena espressione del commercio.
Stiamo tentando di rendere la città più vivibile che è un obiettivo che altre città anche vicine, ad esempio Siena, hanno raggiunto dopo un lavoro di almeno venti anni. La crisi del commercio va affrontata con altri sistemi e lo faremo, ma non con i posti auto in Piazza del Popolo che, concordo, deve essere restituita al suo ruolo di piazza storica e importante del nostro centro cittadino. Ed è in questa direzione che stiamo cercando di lavorare. E’ vero, proprio a seguito del confronto, abbiamo fatto dei corretti: in piazza Vivaria sono stati creati posti auto gratuiti, ovvero più posti rispetto a quelli che c’erano attualmente; abbiano dato una risposta al problema del carico/scarico; abbiamo fatto il parcheggio ad 1 € al giorno in Piazza d’Armi ed abbiamo messo una circolare del trasporto pubblico gratuita che collega le varie zone del centro storico. In conclusione piazza del Popolo deve avere la sua vera destinazione: essere piazza”.
Replica Tardani: “dopo l’ennesima discussione siamo disarmati. Si dice che c’è un programma ma si procede a tentoni. Il 2 giugno 2015 nel progetto presentato al QSV la pedonalizzazione di Piazza del Popolo non era presente ,quindi non si dicano bugie. Il Sindaco si è presentato impreparato alla riunione con gli operatori economici dando l’impressione di non essersi preparato alla discussione e dando un immagine pessima del suo ruolo istituzionale. Il susseguirsi di idee e progetti è stato impressionante. Intanto ci sono interrogativi a cui nessuno risponde: il parcheggio di piazza d’Armi è per i residenti e per i turisti? Il minibus gratuito nei giorni festivi non funziona e non è stato mai comunicato! Come si pensa di rendere una città organica e serena rispetto alla riorganizzazione della circolazione? La posizione dell’Amministrazione ormai è diventato un punto preso, ma in realtà non c’è nulla di deciso ed l’Amministrazione è piegata alle velleità di qualcuno che per non perdere la faccia va avanti. Le responsabilità che il Sindaco mi attribuisce le respingo al mittente”.
Sacripanti: “un dibattito deprimente. Quando si introducono dei temi che vanno a toccare la sensibilità dei cittadini, è evidente che essi chiedono di essere amministrati con coerenza e buon senso, e non di essere educati dai governanti di turno. La città è gestita con troppa trascuratezza. Dobbiamo chiederci il perché Orvieto è così spenta? Abbiamo cercato di conciliare le esigenze di operatori e residenti? Siena ha università, caserme, tribunale, Orvieto non ha più nulla di tutto questo e oggi si attuano provvedimenti ulteriormente penalizzanti, quando invece in altre città a noi vicine stanno ripensando le proprie decisioni sulla viabilità nei loro centri storici”.
Dichiarazioni di voto, Olimpieri: “dirigismo è il termine che sottende tutto questo. Un termine che credevamo tramontato e che invece è riemerso in questi 4 anni di governo di centrosinistra. Il dato vero è che l’Amministrazione è manovrata da un modello dirigista che sta dettando la distruzione di questa città e di questo territorio. E lo sta facendo forse inconsapevolmente. Il nostro ruolo di opposizione si attua con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Per secoli abbiamo passeggiato in questa città medievale, dalla piazza civile alla piazza religiosa, oggi non ci si può imporre per decreto e per atto dirigista di modificare le abitudini di questa comunità. La mozione cercava di chiedere al Sindaco uno stop ma a fronte del dibattito che si è sviluppato questo non verrà attuato. Ognuno si prende le proprie responsabilità che comunque si pagano nel corso dei decenni”.
Vergaglia: “a livello tecnico, urbanistico e di viabilità nessuno ha parlato di prospettive quindi sulla sostanza non ho avuto chiarimenti. Sono certa che si poteva fare meglio e in altro modo ma fermo restando che tutto l’iter amministrativo è stato contraddittorio e farraginoso, se l’idea di democrazia partecipativa è questa, con grandissimo disappunto prendo atto che l’Amministrazione non accoglie collaborazioni e non vuole tornare sui propri passi. Il mio criterio di collaborazione finisce oggi. Il mio j’accuse è simile a quello dei miei colleghi”.
(Fonte: Comune di Orvieto)