di Massimo Gnagnarini
Tre cose ho apprezzato dell’iniziativa politica promossa da Toni Concina .
La prima è di aver suggerito alle stesse forze politiche di centrodestra una via diversa rispetto a quella sterile e barricadera finora seguita, la seconda è il rinnovato giudizio di stima morale verso la mia persona riservatomi all’indomani dello “psicoreato” commesso su fb che mi è costato le dimissioni da assessore della Giunta Germani, la terza è la dimostrazione che la passione e la lucidità in politica, appartenenti a Concina, sono beni non deteriorabili dall’età anagrafica.
Invece il quadro, offerto ieri dal Sindaco emerito circa la situazione socioeconomica attuale della nostra città, non mi convince affatto:
Parlare di città allo sfascio o di una grave e più specifica crisi di Orvieto, rispetto a quella più generale che da anni attraversa il nostro Paese, è una falsa suggestione alimentata dai metodi di una lotta politica estrema che ha come conseguenza negativa di incrinare, troppo spesso, anche l’immagine e il prestigio della nostra città e che, soprattutto, è in palese contrasto con i principali indici economici cittadini positivi più volte ricordati e dimostrati.
Rilanciare il metodo dell’ Ascolto per governare la città è senz’ altro auspicabile, ma bisogna mettersi d’ accordo se per ascolto intendiamo discutere un progetto futuro per la città o se, invece, intendiamo galleggiare politicamente soggiacendo alle istanze particolari e soggettive di alcuni pezzi della città che si oppongono a qualunque cambiamento.
Le critiche indirizzate alle troppo rigorose politiche di bilancio attuate in questo ultimo triennio sono legittime, ma non separabili dagli oggettivi risultati raggiunti.
Dobbiamo dire la verità agli orvietani Sindaco emerito: La tua amministrazione ci aveva lasciato in un mare di problemi finanziari irrisolti e devi riconoscere all’attuale amministrazione di averli risolti con successo.
In primo luogo un Comune in Stato di Predissesto Finanziario che è riuscito ad uscirne in tempi rapidi ed efficaci , condizione che , come sai, ci ha impedito di abbassare , finora, quelle aliquote IMU che proprio tu, nel 2012, dovesti alzare ai massimi valori consentiti dalla legge.
Un deficit di 8,5 Mln di euro che ereditasti nel 2009 senza riuscire, però, in cinque anni e nonostante le alte competenze dei tuoi assessori al bilancio, a ridurlo di un solo euro.
Un extradeficit di 3,9 Mln di euro risultante dal riaccertamento straordinario dei residui attivi ovvero di vecchi crediti che durante la tua amministrazione non sei riuscito ad incassare e che abbiamo dovuto cancellare dalle entrate in quanto ormai inesigibili.
Un buco di 1,5 Mln di euro per salari illegittimamente corrisposti ai dipendenti comunali nel periodo in cui hai governato.
Di più un quarto di milione di euro pagati all’ Associazione TeMA per vecchi crediti e ancora diverse centinaia di migliaia di euro per contributi e quote associative che non eri riuscito ad onorare durante il tuo quinquennio scaricandole su chi ti è succeduto.
Tutte queste pendenze e tutti questi problemi sono stati risolti in questi tre anni grazie a una attenta politica di bilancio orientata alle nuove entrate dei parcheggi, beni culturali, tassa di soggiorno, ecc…, abbassando qualche tassa come quella sui rifiuti urbani e senza operare nessun taglio ai servizi erogati ai cittadini.
Nelle ultime settimane che hanno preceduto le mie dimissioni stavo lavorando a una soluzione transattiva con BNL per rimuovere l’ultimo macigno che grava ancora sui conti del nostro Comune ovvero la questione degli Swap che è appesa a una sentenza del Tribunale di Terni subendo innumerevoli rinvii e che , dio non voglia, qualora risultasse negativa per il Comune lo esporrebbe a un debito residuo di oltre 5,5 Mln di euro. Altro che questione risolta.
Se dunque una conclusione e un auspicio posso trarre da questa fase della vita politica e amministrativa della nostra stupenda città e nel contempo immaginare con serenità il suo divenire, come credo sia nelle intenzioni anche di Toni Concina, è che non esistono soluzioni facili a questioni complesse e né , tanto meno, che le leve dello sviluppo e del progresso siano custodite nelle cucine dei partiti politici che si contrappongono tra loro.
Benvenga dunque un confronto a tutto campo come auspicato.