ORVIETO – Il Comune di Orvieto tira i cordoni della borsa e snobba il corteo storico. Il problema è di natura squisitamente economica, ma non solo e si concentra su cifre che stridono enormemente se riferite a un evento che per Orvieto rappresenta un patrimonio di valore inestimabile. Ma non per tutti. Contrariamene, infatti, è stimabile in appena 5.000 euro, per il Comune, il giusto contributo a favore dell’associazione Lea Pacini che lo gestisce e ne ha in cura i preziosi costumi. Al pari, esattamente, del tango. Sì perché per la manifestazione estiva “Orvieto Tango Festival” l’amministrazione comunale ha stanziato la stessa cifra.
Molto di più, invece, per Umbria Jazz Winter (16.500 euro), per il festival della fotografia Fiof (10.000 euro) o per Ludi alla Fortezza (10.000 euro). L’argomento è stato dibattuto anche nell’ultimo consiglio comunale dopo l’interrogazione del consigliere d’opposizione Andrea Sacripanti (Fi) nel denunciare come siano state messe sullo stesso piano «cose profondamente diverse rispetto alla tradizione della città». «Dall’esame del piano economico di gestione – spiega il consigliere – risulta stanziata in favore dell’associazione Lea Pacini l’esigua cifra di 5.000 euro che risulta, in ogni caso, del tutto insufficiente per fare fronte all’ingente mole delle attività svolte».
La risposta del sindaco Giuseppe Germani non si è fatta attendere. «Nell’associazione c’è un nuovo vertice con il quale abbiamo iniziato ad affrontare alcune questioni – ha spiegato – mettendole all’interno di un progetto di finanziamento che investe più Istituzioni. Stiamo facendo il possibile e vediamo se, nel prossimo anno con il bilancio 2018, avremo maggiori risorse a disposizione». Oltre a quello economico, però, c’è un altro grosso problema che sta rischiando di mettere a dura prova la resistenza dei costumi del corteo che, da anni, non hanno trovato altra sede se non un locale fatiscente all’interno della ex caserma Piave.
«La caserma non è idonea allo stato attuale – ne è cosciente il sindaco – ma in un’ottica di rifunzionalizzazione potrebbe esserlo». Nel frattempo però, nonostante il comitato di gestione chieda una nuova sede da anni, la Giunta ha concesso in comodato d’uso gratuito a Cittaslow International alcuni locali – per un totale di quasi 200 metri quadrati – al secondo piano di Palazzo dei Sette.