di Massimo Gnagnarini – Assessore al Bilacio del Comune di Orvieto
Mentre in tutta Europa ci si interroga su come rivitalizzare le periferie urbane a Orvieto, invece, ci si interroga su una apparente esigenza contraria quella di riportare attività e servizi nel Centro storico limitandone l’espansione nel Suburbio.
Secondo la narrazione prevalente sui Social, alimentata da certa propaganda politica, il problema sarebbe quello per cui gli abitanti di Ciconia o di Porano o piuttosto di Allerona ecc.. non scalerebbero più la Rupe per via del caro parcheggi, delle limitazioni al traffico veicolare ecc.. , ma, d’altra parte, sono gli stessi abitanti del centro storico che quotidianamente discendono la Rupe per rifornirsi di beni e servizi che si possono trovare nei centri commerciali della città.
La questione non riguarda solo il commercio ma più in generale scuole, uffici, sanità, ecc. E’ dunque una falsa pista quella di evocare un’inversione di tendenza di questo ormai consolidato e del tutto ovvio dislocamento territoriale.
La città è una, tutta! Il fatto che le periferie orvietane siano tendenzialmente brutte e mal costruite è una triste realtà che ci proviene dal passato. Dobbiamo trasformarle per renderle degne della Grande Bellezza che esse contornano.
Dentro a questa visione futura c’è il destino del Centro Storico di Orvieto. Patrimonio culturale, parcheggi e mobilità alternativa, pedonalizzazione, eventi, 137 esercizi di somministrazione , centinaia di appartamenti ad uso turistico ricettivo insieme ai posti letto dell’alberghiero e dell’extralberghiero ne fanno quel che è , già oggi, il Centro storico di Orvieto, un posto turistico.
Ora per quanto siamo ostinati noi orvietani dobbiamo convincerci che un luogo come quello appena descritto non può continuare ad esser vissuto dalla sua comunità locale come una sorta di mondo parallelo dove confliggono le esigenze e le regole necessarie per governare l’accoglienza turistica da una parte e la conservazione di abitudini e privilegi di chi c’è nato. Muoversi liberamente in su e in giù con la propria auto sulla Rupe è una comodità per chi ci abita, ma è un orrore trovarvisi coinvolti per coloro che vengono a visitarla e uno svantaggio competitivo per la nostra offerta turistica. Chiudere i negozi per la pausa durante il giorno è una sana abitudine per una comunità locale, ma è una assurdità per coloro che visitano la città. Possiamo girarci intorno quanto ci pare, ma la vera sfida , la vera scelta, la visione futura della nostra città si gioca tutta su questo nodo ancora da sciogliere: L’ equilibrio tra comunità locale e il turismo.
E’ qualcosa di molto più complesso e delicato degli argomenti che rimbalzano nella politica cittadina arrovellata intorno ai 50 centesimi dei parcheggi, ai 21 posti macchina da eliminare a Piazza del Popolo, alla cacca dei cani e così via.