ORVIETO – Vita da tassisti e disagi da turisti. In piena stagione turistica con la Rupe felicemente invasa da gitanti, ecco che riesplode la polemica per il servizio taxi. A sollevare il caso l’ultimo episodio che pare sia successo lo scorso fine settimana con una famiglia inglese che, in stazione, non avrebbe trovato alcun operatore disponibile per raggiungere il centro e nessuno a rispondere al contatto mobile. Ecco allora che, approfittando della situazione, il primo abusivo di turno ha fatto salire in macchina la famiglia portandola a destinazione. Ma cosa c’è che non funziona? Il problema è proprio questo: il numero di telefono pubblico della stazione ferroviaria che squilla solo ed esclusivamente nella piazza, è solo entrante e non ha deviazioni su cellulari o altri dispositivi similari.
L’utenza, infatti, è intestata al Comune che fino ad oggi ha sempre sostenuto di non voler attivare la deviazione delle chiamate direttamente sui device personali dei tassisti tramite un centralino. «Il mio cellulare non ha squillato – precisa Juna Pani, una dei 4 tassisti con regolare licenza» che non si attarda poi a spiegare la situazione in cui lavorano e i limiti dovuti proprio alla mancanza di un radio taxi. «Più volte lo abbiamo ribadito.
Essendo le licenze comunali dovrebbe provvedere il Comune almeno sostituendo l’apparecchio datato che c’è con un altro con possibilità di trasferimento di chiamata. Siamo disposti anche ad autotassarci pagando ognuno più di 500 euro all’anno per poter attivare il centralino (richiedendo al comune almeno la disponibilità del numero già presente, lo 0763301903) così, quando non siamo presenti in stazione o siamo reperibili, la chiamata ci viene direttamente inoltrata. Tutto ciò sarebbe dovuto avvenire prima della stagione turistica anche per avere il tempo di testarne il funzionamento e fare un’oculata opera di informazione anche nelle strutture ricettive del territorio. Ma il Comune ha dato disponibilità del numero solo a maggio, alta stagione turistica, troppo tardi per avviare il tutto.
Passiamo sempre per quelli che non hanno voglia di lavorare quando in realtà cerchiamo di farlo con la massima serietà ma purtroppo, da questo punto di vista, non siamo per nulla aiutati». Secondo la nuova disciplina di turnazione dei taxi approvata a febbraio dello scorso anno, l’orario di copertura del servizio è stabilito su due turni di servizio, uno dalle 7.30 alle 14 ed uno pomeridiano dalle 14 alle 20.30. Ogni turno è assicurato da due operatori che sostano in piazza Matteotti. Per garantire i servizi minimi anche nelle ore non previste dai turni, sono state istituite due fasce di reperibilità: dalle 6 alle 7.30 e dalle 20.30 alle 24 la cui coperta, però, è a discrezione dell’operatore.
«Almeno dalle 22 alle 6 – aggiunge Pani – avevamo chiesto la possibilità di istituire dei minibus anche perché, facendo questi turni, avremmo anche bisogno di riposare. Questo non è avvenuto». Problema nel problema, poi, stante questa situazione, è quello degli abusivi su cui, qualche anno fa, anche la Polizia Stradale di Orvieto aveva messo in campo mirati controlli. Ma essendo un’attività illecita difficile da provare, i tempi d’indagine sono molto lunghi e laboriosi. E poi, nel novero, anche la mancanza di collaborazione da parte delle strutture ricettive del territorio che, a quanto dicono i tassisti, il servizio preferiscono mantenerlo “in casa” piuttosto che far lavorare gli operatori con regolare licenza. (Sara Simonetti)
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