Il cda di Banca Popolare di Bari ha approvato la semestrale della banca e del gruppo al 30 giugno 2017. I dati consolidati – si legge in un lancio d’agenzia – evidenziano l’incremento dell’attivo totale, da 13,6 miliardi di fine 2016 a 14,2 miliardi. I volumi intermediati risultano in crescita significativa. La raccolta diretta da clientela e’ aumentata del 9,7%, nel semestre, da 9,4 a circa 10,4 miliardi, la raccolta indiretta e’ aumentata
dell’1,9% portando quindi la raccolta totale a 14,5 miliardi (+7,3% rispetto a fine 2016); gli impieghi sono rimasti stabili a 9,2 miliardi.
In rallentamento la dinamica delle sofferenze lorde (-0,6% nei sei mesi), mentre si confermano consistenti i livelli di copertura: 61,7% per le sofferenze, 43% per i crediti deteriorati nel loro complesso. Il gruppo sta completando una ulteriore operazione di cartolarizzazione di posizioni a sofferenza, per un importo di circa 350 milioni, per la quale, replicando la cessione del 2016, intende avvalersi della garanzia dello Stato (GACS). Si riducono i costi operativi (-4,4%), per effetto delle azioni di razionalizzazione intraprese: sono compresi nella voce anche gli oneri per Fondo risoluzione/DGS pari a 3,5 milioni. Peraltro, nei giorni scorsi – si legge ancora nel lancio di Agenzia – il gruppo Banca Popolare di Bari ha siglato, con la maggioranza delle organizzazioni sindacali, un importante Accordo – valido per la durata del vigente Piano Industriale – funzionale al progetto di rivisitazione del modello organizzativo, in chiave di efficientamento e di contenimento dei costi operativi, con benefici a partire dall’ultimo trimestre dell’esercizio in corso. E’ stata altresi’ contabilizzata la svalutazione integrale della quota del Fondo Atlante investita nel salvataggio delle due banche venete per una cifra pari a 23,6 milioni di euro. A fronte di queste operazioni il risultato netto semestrale, inclusa la quota di pertinenza di terzi, evidenzia una perdita di 2,6 milioni (2,3 milioni al netto della quota dei terzi).