Riceviamo da Giuliano Santelli – Presidente della Consulta Regionale del Volontariato e pubblichiamo:
In Umbria circa 40 moduli antincendio del volontariato, botti per il trasporto acqua, furgoni per il vettovagliamento a supporto degli operatori, totalmente sottoutilizzati. Volontari con corsi di formazione tenuti da vigili del fuoco e forestale in attesa da mesi di visite abilitative, per il supporto e le operazioni di bonifica degli incendi, bloccati in attesa di procedure burocratiche delle ASL, tutto questo mentre le alte temperature ancora in aumento, e rischi sempre più gravi per il patrimonio boschivo e ambientale, l’Umbria rischia di diventare un “Cuore Rosso” altro che Verde.
Con la “riforma” che cancella il Corpo Forestale dello Stato e il nuovo modello operativo che assegna le competenze per la lotta antincendio boschivo ai soli Vigili del Fuoco, stanno emergendo problematiche legate al coordinamento tra i vari soggetti impegnati nella lotta attiva e come denunciato più volte dalle stesse organizzazioni sindacali dei V.F., la scarsità di mezzi e di uomini pone seri limiti agli interventi, aggravata dal fatto che la Regione Umbria non ha disponibile nessun mezzo areo proprio.
La stessa convenzione, stipulata tra Regione Umbria e V.F., prevede solo 3 squadre antincendio in tutto il territorio regionale, Perugia, Spoleto, Terni, si pensi rispetto ai vari territori cosa significhi, se i distaccamenti dei vigili del fuoco delle varie zone fossero impegnati in altri interventi operativi e si dovessero attendere, come già accaduto, l’arrivo di squadre da sedi lontane spesso con scarsa conoscenza del territorio, per questo ancora più prezioso potrebbe essere il ruolo dei volontari locali.
Solo grazie alle squadre dell’Agenzia Forestale Regionale, ai Sindaci, che autonomamente e assumendosi direttamente responsabilità quali autorità di Protezione Civile attivano i propri Gruppi Comunali o le Associazioni, si sta evitando un disastro annunciato. Oggi è necessario mettere in campo tutte le forze disponibili, rispettando ruoli e funzioni, dalla catena di comando, alla direzione tecnica delle operazioni, ma è certo che non si può assistere ulteriormente a centinaia di miglia di ettari in fumo del nostro patrimonio boschivo ambientale e animale.
I Volontari come sempre danno la loro disponibilità. Ma è ora di richiamare tutti alle proprie responsabilità, sapendo che il codice civile italiano chiama tutti i cittadini alla difesa del proprio territorio e al soccorso in caso di necessità e ad operare al di la delle norme e procedure previste.
Ci aspettiamo dalle varie Istituzioni risposte precise, vorremmo sapere in definitiva quali devono essere gli interlocutori del volontariato e se lo stesso venga ritenuto, come la legge 225 del 1992 recita, soggetto con pari dignità con le atre componenti operative.