Riceviamo dalla Fondazione Cro e pubblichiamo:
La proposta di fusione è giunta inattesa: nessuno ne ha mai fatto cenno, anzi, da sempre, si parlava di potenziare la Cassa di Risparmio di Orvieto spa e la presenza territoriale. Il CDA, anche durante l’assemblea di bilancio, nulla aveva fatto trapelare in tal senso, neppure tra i fatti successivi alla fine dell’anno, né l’azionista barese negli incontri aveva mai manifestato tale esigenza.
È di tutta evidenza che l’efficientamento della Cassa di Risparmio di Orvieto spa e la sua crescita, sono obiettivi primari della Fondazione Cassa di Risparmio, ed è da auspicare che tali siano stati anche della Banca Popolare di Bari, quale azionista di controllo, che la Fondazione Cassa di Risparmio si è trovata, dopo la cessione da parte di Banca Intesa San Paolo.
Ma la Fondazione Cassa di Risparmio ha anche un obiettivo proprio, che gli deriva dalla legge che regola le fondazioni. Così, il Consiglio di Indirizzo, riunitosi ieri, ha esaminato il dossier, prendendo in considerazione gli accadimenti a cominciare, appunto, dall’ingresso di Banca Popolare di Bari nel capitale della Cassa di Risparmio di Orvieto spa, sfogliando le lettere intercorse sino ad oggi, ivi compresi gli accordi che nel tempo si sono susseguiti ed analizzandone i presupposti, sia relazionali che economico patrimoniali.
Parimenti, sono stati ripercorsi i patti parasociali, le opzioni in essere e la loro permutazione, suggerita dal Presidente di Banca Popolare di Bari e dall’allora suo Amministratore Delegato, e gli altri impegni assunti. Una marea di documenti! Che però fanno contrasto con la scarsità di informazioni disponibili in merito a questa ipotesi di fusione che, tra l’altro, riguarderebbe soggetti eterogenei: una spa e una popolare. Per queste ragioni, la Fondazione Cassa di Risparmio, col supporto dei propri organi, ha inteso far riferimento agli impegni assunti dalla Banca Popolare di Bari, attivando le opzioni ed i diritti tanto voluti dal Presidente di Banca Popolare di Bari ed oggi a disposizione, nessuno escluso. Ciò al fine di proteggere, appunto, gli interessi patrimoniali ed economici della Fondazione Cassa di Risparmio, che in questa fusione risulta trascinata a sua insaputa.