ORVIETO – La sfida degli amministratori negli ultimi decenni è stata trasformare quel cosiddetto “turismo pendolare” nell’agognato “turismo stanziale”. Ma Orvieto, seppur possieda tutte le caratteristiche del caso, accoglienza, monumenti e quant’altro, questo scatto di reni, inspiegabilmente, ancora non è riuscita a farlo.
E’ vero che il sisma verificatosi ad agosto dello scorso anno non ha migliorato la situazione andando ad incidere pesantemente anche su qui centri, come Orvieto, non direttamente interessate dal terremoto.
A dimostrarlo è la freddezza dei numeri che acquistano ancor più peso se suffragati dalle richieste di aiuto degli albergatori che, più di tutti, hanno risentito di un pesante calo turistico.
Secondo i dati di Federalberghi, infatti, nel 2016 il movimento turistico nel comprensorio Orvietano ha visto, rispetto all’anno precedente, un calo del 2,17% negli arrivi. Dal 25 agosto al 30 ottobre, il comprensorio ha avuto un -10,21% degli arrivi e -8,03% delle presenze.
E il calo più drammatico si è registrato proprio nel settore alberghiero (-15,85% degli arrivi e -11,16% delle presenze) e soprattutto per quanto riguarda gli stranieri, che hanno subito iniziato a disertare il comprensorio, come dimostra il –22,66% degli arrivi e il –18,82 delle presenze. La situazione si è aggravata nei due mesi successivi.
Dal 31 ottobre al 31 dicembre, infatti, il comprensorio orvietano ha perso complessivamente, rispetto all’anno precedente, il 23,15% degli arrivi e il 17,23% delle presenze. Il picco, anche questa volta, pesa particolarmente sulle spalle degli esercizi alberghieri, con –25,87% degli arrivi e –23% nelle presenze, in funzione del crollo dei turisti stranieri: -32,76% degli arrivi e –21,6% delle presenze. Numeri che però stridono con quelli che lo stesso sindaco Germani ha fornito recentemente e secondo cui, complessivamente, le presenze sono passate dalle 207mila del 2013 al 224mila del 2016. A questo punto, allora, la crisi degli albergatori sarebbe da imputare alla concorrenza dell’extralberghiero che, molto spesso, è capace di offrire una maggiore qualità di servizi?
Ecco un altro nodo messo in evidenza dal comparto: l’iniquità tra le imposte applicate ai due settori ricettivi. Questione che Germani ha annunciato di voler portare sul tavolo dell’Anci. Intanto però l’assessore al bilancio Massimo Gnagnarini ha annunciato di aver triplicato le risorse a disposizione per la promozione turistica, per gli eventi e per la valorizzazione dei beni culturali. Federalberghi, dalla sua, tramite i suoi portavoce nominati in questi giorni, Giuseppe Santi (hotel Corso), Bruno Gialletti (hotel Gialletti) e Stefano Marcucci (Hotel Acquila Bianca) ha chiesto un incontro urgente a sindaco e assessore per cercare di capire come superare la crisi del comparto.
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