da Associazione Le Campanelle
ACQUAPENDENTE – L’Associazione “Le Campanelle” ed i rappresentanti della lista civica di minoranza “La Città a cuore” Francesco Luzzi e Fabrizio Camilli, rendono nota una lettera aperta agli aquesiani sull’ospedale. “Acquapendente, un ospedale sempre a rischio”, sottolineano. “L’ospedale Civile di Acquapendente è sopravvissuto ad una storia travagliata che sembrava terminata nel 2015 quando veniva riconosciuto come Ospedale di zona disagiata grazie al decreto Balduzzi.
Tuttavia l’attuale atto aziendale, che ne dichiarava la salvezza, non è molto chiaro su quella che sarà la sorte della struttura. Le rassicurazioni del Sindaco sul futuro dell’Ospedale Civile ci sembrano non tener conto delle criticità della situazione, nella realtà i fatti dimostrano ben altra storia. E a poco serve la nomina del Sindaco nel Comitato ristretto dei sindaci, cosa di cui ci complimentiamo, ma che non incide minimamente sulla libertà decisionale in merito all’organizzazione ed alla dotazione del personale di pertinenza della ASL o in merito alla libertà di deliberare in materia di sanità della Regione, anzi del Commissario.
La sensazione condivisa da molti è che la struttura sia sempre più abbandonata a se stessa, l’idea di fondo: vi abbiamo lasciati aperti ora arrangiatevi come potete, quasi fosse una sfida alla sopravvivenza.
Ma questa è una questione seria ed è necessario che qualcuno si assuma delle responsabilità e dichiari con estrema onestà quale progetto futuro è previsto per il nostro ospedale, in quale direzione pensano di muoversi ASL e Regione. La radiologia ed il laboratorio analisi, servizi diagnostici fondamentali per la sussistenza della struttura, sono in estrema difficoltà: non si può mantenere attivo un servizio sulla buona volontà e l’estremo sacrificio di chi ci lavora. Le specialistiche ambulatoriali stanno piano piano scomparendo e anche i reparti di degenza così come il Pronto Soccorso soffrono la carenza di personale medico nonché quella organizzativa.
I lavori sono in corso praticamente da sempre e non si vede la fine.
Questi e altri i temi abbiamo sottoposto al Sindaco in un dossier molto dettagliato accompagnato dalla richiesta di indire un consiglio straordinario per discutere la questione. Abbiamo anche suggerito l’attuazione di una Conferenza dei servizi, unico strumento a nostra disposizione per mettere intorno ad un tavolo Dirigenza ASL, delegato della Regione e amministratori locali con lo scopo di stringere un patto comune a garanzia della salvaguardia della struttura, a maggior ragione ora che il Sindaco ha in mano una carta in più avendo la possibilità di farsi portavoce delle istanze di tutta l’Alta Tuscia.