Si è dimessa Vincenzina Anna Maria Martino, assessore ai Beni e Attività Culturali, Grandi Eventi, Commercio, Agricoltura e Artigianato, Sviluppo Economico e Marketing Territoriale del Comune di Orvieto.
È ovvio che il sindaco ringrazi con calore e con parole che non suonano formali il suo assessore, a cui va riconosciuto tutto l’impegno possibile, ma che da subito è risultata a molti non adatta al compito per motivi personali e professionali.
Madre, medico era difficile che avesse il tempo necessario per seguire tutte quelle deleghe, delicatissime in una città turistica e ora in un frangente in cui è addirittura necessaria la ricollocazione sul mercato di quest’area.
Dopo la tragedia del terremoto, che per fortuna non ci ha coinvolti, nell’immaginario di molti il nostro territorio è pur sempre genericamente Umbria e ci vorranno idee e lavoro pesante per affrontare il mercato turistico e culturale e svolgere adeguatamente l’azione di marketing territoriale.
Credo che per l’assessore Martino le dimissioni siano state una liberazione, coerenti con la persona intelligente e innamorata della città che si è dimostrata in questi due anni, pur compressa dagli handicap oggettivi che ne limitavano la presenza sul “pezzo”.
Ora la palla passa a Germani e al PD, che già da tempo rivendica un assessore della sua area politica.
“Ho qualche idea – conferma Germani- ma raccoglierò tutti i suggerimenti che verranno, purché sia persona adatta al compito e con disponibilità di tempo, come serve a Orvieto. Poi deciderò” .
Tra i candidati Alessandra Cannistrà, già nelle mente del sindaco Germani due anni fa, curatrice del Modo, il Museo dell’Opera del Duomo, persona certamente con tutti i titoli per lavorare bene. Ma non è certo che la dottoressa Cannistrà sia disponibile e dubito che il PD sia pronto ad accettare un assessore al di fuori della sua area politica. Sarebbe un gran bel segno, perfino eccessivo per il PD orvietano così com’è. Speriamo comunque che Germani, che si deve assumere tutta la responsabilità della scelta, tenga più alla città e alla sua “faccia” che agli equilibri di partito e tiri fuori dal cilindro un gran assessore. (Dante Freddi)