di Silvio Manglaviti
Il dott. Paolo Rossi, già componente del consiglio nazionale dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, presidente della Sezione Regionale dell’Umbria e di quella orvietana, è stato chiamato in Cielo nella giornata della commemorazione di Padre Chiti, mentre al convento di San Crispino si celebrava la Santa Messa in suffragio del Granatiere, generale, sacerdote e frate cappuccino, dopo il ricordo tracciato dal suo ‘vecchio’ sottotenente on. Rocco Buttiglione.
A Paolo Rossi gli Orvietani e, in particolare, noi Granatieri e le associazioni combattentistiche e d’arma tutte, riconosciamo l’instancabile impegno ventennale profuso senza mai risparmiarsi (ancora nella mattinata era presente all’Alzabandiera alla Piave) nella promozione ed organizzazione di eventi ed iniziative dedicate alla più antica Specialità militare d’Europa (1659), di stanza in Orvieto sin dal 1871 (reggimenti 3° e 4° dei Granatieri di Lombardia nella 2° Divisione del gen. Nino Bixio, il cui quartier generale era sito nell’attuale omonima caserma, antico convento di S. Agostino) e dal 1976 al 2002 con il 3° Reggimento Granatieri “Guardie” nella sede della Caserma Piave.
Grazie Paolo; ci raccomandiamo a Te che sei stato certamente accolto dal nostro amato Padre Gianfranco e Ti salutiamo come Tu eri uso fare: “SEMPRE AVANTI, GRANATIERI!!!”
Il ricordo personale di Silvio Manglaviti
Paolo Rossi, amante della Vita. Fu il compianto fraterno amico Gigi Moretti a presentarmelo una trentina di anni fa e poi ci si ritrovò a Milano, dove lui risiedeva ed io pendolavo da Firenze nei week-end: frequantavamo l’Osteria di Tubetto, dove si esibivano gli amici della dixie band di Lino Patruno. Fu lui a farmi suonare con il mitico Engel Gualdi, indimenticabile clarinettista, al Ca’ Bianca, sui Navigli vicino al Capolinea. Paolo ha amato la Vita come pochi: la Vita vissuta, ma Bene, nel Bene. Glielo riconosceva anche il nipote Luca Barbarossa, un giorno da me tutti insieme a consegnare i Bianchi Alamari al Granatiere Neri Marcorè, uno di Quelli de La Piave.
Paolo Rossi, Granatiere. Il dott. Rossi, già nel Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, presidente della Sezione Regionale dell’Umbria e di quella orvietana, è stato per quasi vent’anni protagonista indiscusso, fervente organizzatore di tutti gli eventi, manifestazioni ed iniziative dedicate ai Granatieri e alla memoria di Padre Chiti. I Granatieri, la più antica Specialità militare d’Europa (1659), sono di casa ad Orvieto, sin dal 1871 (reggimenti 3° e 4° dei Granatieri di Lombardia nella 2° Divisione del gen. Nino Bixio, il cui quartier generale era sito nell’attuale omonima caserma, antico convento di S. Agostino) e, successivamente, dal 1976 al 2002 con il 3° Reggimento Granatieri “Guardie” nella sede della Caserma Piave. Proprio grazie alla caparbietà ed alla tenacia di Paolo Rossi, che lo volle con forza ed orgoglio da Vecchio Granatiere, il giardino del Belvedere a Piazza Cahen è stato dedicato a Padre Gianfranco.
Paolo Rossi, promotore culturale. Anni prima delle fatiche granatieresche, a capo del circolo locale di Legambiente, Paolo riuscì a tenere aperta per molti anni la chiesa di San Francesco, sede anche del Sacrario militare dei Caduti orvietani di tutte le guerre. Paolo Rossi mise a frutto tutto il proprio carisma e la mentalità manageriale catalizzando attorno a sé un gruppo di giovani che garantivano la fruizione e le visite guidate dell’antica chiesa orvietana, ristrutturata con l’annesso convento (oggi sede della Biblioteca comunale) dal priore, cardinale e podestà d’Orvieto San Bonaventura da Bagnoregio: il doctor seraphicus; colonna, con Tommaso d’Aquino (allora a S. Domenico), del processo istitutivo della solennità del Corpus Domini, promulgata da Orvieto nel 1264 da papa Urbano IV.
Paolo Rossi ci mancherà. Ma resterà sempre in noi ben presente il suo spirito guascone e scanzonato, la sua ineffabile ironia che gli ha consentito di beffare persino Sorella Morte, che lo ha colto da vivo, durante una giornata in compagnia dei Suoi Granatieri, tra adunate cameratesche ed agapi fraterne.