ORVIETO – E’ proprio quando la burocrazia entra sfacciatamente in uno di quei luoghi dove si pensa viga il più assoluto rispetto, la pace più intima e assoluta perché quella legata alla fine della propria esistenza, che ci si chiede davvero in che paese assurdo viviamo.
Il signor Piero Cambi li chiama sfoghi ma nelle due lettere indirizzate al sindaco, traspare con una tristezza e un’angoscia esasperata, una verità sconcertante che, almeno si spera, possa ben presto essere stravolta in virtù di un diritto sacrosanto e inviolabile, quello di essere sepolto vicino alla tomba della figlia, Roberta, scomparsa prematuramente a 43 anni.
Insieme alla moglie, da quando nel 2007 hanno dovuto lasciare la propria figlia, strappata troppo presto alla vita, ogni venerdì, con un mazzo di fiori fresco, si recano sulla sua tomba per accarezzare quella foto in ceramica, per raccontarle come è trascorsa la propria giornata, per dirle quanto crescono i suoi figli, per cercare ancora, nonostante tutto, di apprezzare la vita e quello che ne resta. Piero ha 89 anni, sua moglie ne ha 84. Il loro unico e più grande desiderio è quello di riposare vicino alla figlia. No, non è possibile. Ecco il perchè.
Qualche qualche giorno il suo decesso, Piero e la moglie pensarono subito alla concessione di una tomba vicino a Roberta. Un posto l’avevano trovato grazie ad una famiglia che, compresa la situazione, decise di lasciarglielo decidendo di tumulare invece i loro cari in una cappella di famiglia. Ma quando invece (si parla di circa 10 anni fa quando Piero aveva 80 anni), considerata anche l’approssimarsi della tarda età, chiese al Comune di poter acquistare il loculo, la risposta fu sconcertante.
“Per acquistare un loculo è necessario che uno dei due coniugi sia deceduto”. Questa è la legge che in più di un’occasione, perché il signor Piero non si è di certo fermato alla prima volta, gli è stata pronunciata come se una richiesta del genere, un padre e una madre che vorrebbero essere seppelliti vicino alla propria figlia, potesse trovare risposta tra le pagine del codice civile. Invece sì.
“Conoscevo già questa legge – spiega Piero – però feci presente che in un comune nei dintorni di Firenze, ci fu una delibera (data l’età del richiedente) per superare questa legge. Dopo tante decisioni e indecisioni, mi fu risposto: Non possiamo eludere la legge”.
Anche due anni fa, il signor Piero ne aveva già 87, gli fu data la stessa risposta: “Non si può eludere la Legge a meno che non ci sia una delibera …” “Oggi , di anni ne ho 89 più due mesi – aggiunge Piero – La legge è stata fatta per evitare speculazioni, in campo cimiteriale. Ma 89 io e 84 mia moglie…(già in precarie condizioni) che tipo di speculazione ci possiamo fare?? Volevamo, e si vorrebbe, un posto vocino a nostra figlia…tutto qui… Anche per non lasciare, ai miei famigliari , questa incombenza”.
Dunque, dovremmo pensare che questa assurda la legge, e questa becera burocrazia siano legacci talmente stretti che niente e nessuno potrebbe rompere nemmeno di fronte all’ultimo desiderio di un padre e una madre? Ci auguriamo con tutto il cuore che, a questo punto, se è vero che basta una delibera per cambiarla, il sindaco e la Giunta prendano subito provvedimenti e permettano a Piero e alla moglie di riposare vicino alla propria figlia. Forse, non stanno chiedendo poi così tanto ..(Sa.Simo)