ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dalla consigliera Lucia Vergaglia (Capogruppo M5S) con il quale si impegna il sindaco e la Giunta affinché la ex Caserma Piave di Orvieto venga dichiarata “Disponibile quale sede potenziale per il trasferimento della sede britannica della Unified Patent Court, il Tribunale Unificato dei Brevetti” ed il comune di Orvieto manifesti pubblicamente il proprio interesse al trasferimento di tale ente sul proprio territorio.
La deliberazione sarà trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Regione Umbria, alla sede londinese dell’UPC ed alla rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Illustrando le premesse del documento la proponente ha affermato che: “il percorso di declino innescato dalla perdita di punti di riferimento istituzionali quali la chiusura del locale tribunale come nel passato la chiusura della Caserma Piave va ad impattare direttamente sulla potenzialità di sviluppo del comune di Orvieto e che lo sviluppo.
Il fervente tessuto di PMI e di università italiane, in combinazione con la creatività tipica dei nostri concittadini, rendono l’Italia il quarto paese dell’Unione Europea in termini di deposito di privative quali brevetti d’invenzione e modelli di utilità od estetici.
La Unified Patent Court, europea ovvero il Tribunale Unificato dei Brevetti, ha tre sedi di prima istanza ed in particolare la sede specializzata per cause relative a chimica, farmaceutica e biotecnologie è attualmente in Gran Bretagna, gestito dall’IPO nella sede di Londra, quale ufficio nella city, e di Newport”.
“L’esito del referendum britannico e la cosiddetta Brexit, ovvero l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea ai sensi dell’Art. 50 del Trattato sul Funzionamento della UE di cui già ieri il Primo Ministro inglese Theresa May ha dato una primissima indicazione di uscita rapida dalla UE – ha aggiunto – apre nuovi possibili scenari. Con Londra fuori dall’UE, l’Italia sale al terzo posto per numero di deposito di brevetti europei. L’Italia, con le sue imprese, da un lato rischia di essere marginalizzata e penalizzata dagli accordi internazionali sui brevetti e sui tribunali esteri che li gestiranno, dall’altro ha l’opportunità di far propria la sede del Tribunale Unificato dei Brevetti. Dopo Brexit, le sedi di Parigi e di Monaco continueranno a lavorare ma quella di Londra andrà trasferita. Le varie articolazioni ed associazioni dell’industria italiana hanno lanciato più di un allarme per un sistema di protezione gravemente sbilanciato a favore dei grandi gruppi esteri e dei Paesi che gestiranno direttamente il nuovo sistema brevettuale, auspicando la speranza che l’Italia si candidi ad ospitare Tribunale Unificato dei Brevetti.
E’ opportuno ricordare che l’ex Caserma Piave, nonostante la posizione strategica e logisticamente favorevole di Orvieto ed i numerosi e spesso costosi tentativi fatti nel passato, non è tornata ad essere utilizzata da uffici, enti od imprese con il coinvolgimento auspicato dei privati in questi tempi di crisi. Il budget per il trasferimento della Unified Patent Court, ovvero il Tribunale Unificato dei Brevetti, sarà comunque deliberato e messo a disposizione dall’Unione Europea”.
Segue sintesi dibattito
Alessandro Vignoli (Per andare avanti): “La proposta non trova nessuna preclusione da parte del mio gruppo poiché in questa fase qualsiasi tipo di idea può essere oggetto di attenzione e portata nelle sedi opportune dal sindaco”.
Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “Non mi lascia perplesso l’ordine del giorno che voterò laddove dovessimo avere anche una minima speranza per concorrere, sarà anche una questa una bella sfida ancorché difficile. Un pezzo importante della maggioranza tradisce il fatto che probabilmente sulla caserma Piave ancora non ci sono le idee chiare. Se è vero che il Sindaco ha detto di voler appoggiare e portare a compimento la proposta del suo predecessore Concina e che c’erano altre cose al vaglio per riqualificare quel sito, oggi questa adesione all’ordine del giorno di Vergaglia mi fa supporre che ancora si brancoli nel buio. Ci attendevamo che ci venisse detto che era impossibile aderire essendo ormai in atto altre soluzioni“.
Andrea Taddei (PD): “Il dispositivo della delibera è prudenziale. Entrare a far parte della rosa dei partecipanti vista in un’ottica progettuale non è così semplice, è vero che c’è vicina Fiumicino e che l’Inghilterra non delegherà facilmente ad altri Paesi questa Istituzione europea, ma ciò non toglie che si debba negare la possibilità a proporre Orvieto nella rosa delle realtà candidabili”.
Roberto Meffi (Forza Italia): “Ipotesi interessante. La questione Piave langue da 15 anni. Portare il tribunale dei brevetti da Londra ad Orvieto è cosa auspicabile ma sto con i piedi per terra. Comunque è una intuizione interessante fatta dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle che dovranno attivarsi in prima persona in questa sfida”.
Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “In questi anni sono emersi solo due progetti per la Piave: quello che faceva riferimento alla vecchia RPO, poi liquidata dopo un fallimento politico/finanziario; e quello che va sotto l’acronimo PUVAT che ha messo insieme, ANCI, Ministero Finanze, Demanio, Regione e Comune e che parte dal fatto che per realizzare un progetto occorre mettere insieme soggetti pubblici e privati. Quel PUVAT incardinato nel 2012/13 venne presentato alla città. Servono soldi per riqualificare la Piave, per farlo la sola strada era ed è mettere insieme delle strutture per poter costruire con il privato un progetto. Ma il problema vero è sapere cosa sta facendo oggi il Sindaco Germani a due anni e mezzo dal suo insediamento. Voterò la proposta Vergaglia che non toglie nulla alla capacità di avanzare proposte. L’unica domanda è: su cosa sta lavorando l’Amministrazione? Quali strade sta intraprendendo, quali progetti ha in divenire nella propria programmazione politica? Poiché è da qui che si può ricostituire un sistema virtuoso di natura economica, demografica e di sviluppo futuro. D’altra parte la questione è talmente complessa che deve necessariamente coinvolgere i corpi istituzionali e le articolazioni sociali ed economiche di questa città. Un ragionamento che dovrebbe essere un punto di partenza non esaustivo di una ulteriore fase del futuro della Piave”.
Sindaco, Giuseppe Germani: “Ringrazio la consigliera Vergaglia che mi da l’opportunità di intervenire sull’argomento della caserma. Vergaglia può dire ai suoi interlocutori londinesi che mettiamo a disposizione la nostra città. Non ho ancora messo in discussione al Consiglio Comunale cosa stiamo facendo per la caserma Piave. L’11 ottobre presso il Demanio incontrerò i rappresentanti dei Ministeri per fare un ulteriore step. Ci sono almeno 4 progetti in essere:
1) attiene la progettazione definitiva della Casa della Salute nella porzione già di proprietà dell’USL (il bando è già pubblicato sul sito USL);
2) il progetto del Campus Universitario iniziato dal mio predecessore Concina e portato avanti da questa amministrazione attraverso incontri con le Università statunitensi relativamente alla copertura dei costi con delle polizze fidejussorie, in questo caso il progetto non è la vendita ma la consegna in gestione per alcuni anni;
3) negli ultimi due mesi è all’attenzione dell’Amministrazione il progetto di trasferimento di varie sedi operative di alcuni Ministeri oggi decentrate in altre zone d’Italia (manca il passaggio di un accordo di programma con il Comune e speriamo che uno degli incontri finali sia proprio quello dell’11 ottobre al Demanio);
4) un’altra opportunità riguarda l’inserimento di alcune sedi già presenti in Città all’interno di questo progetto più ampio. Sulla caserma e sulla valorizzazione del patrimonio pubblico nella nostra città proporrò un focus di un giorno. Al momento non è ancora possibile ma, in presenza di una ipotesi di accordo, è obbligo del Sindaco farne partecipe il Consiglio Comunale. Mettiamo quindi all’attenzione anche questa opportunità prospettata da Vergaglia precisando che non abbiamo problemi a farla propria come Giunta e come Consiglio”.
Replica Vergaglia: “Vorrei precisare che non si tratta di chiedere un finanziamento alla Commissione Europea né di impegnare delle spese, né una contrattazione ma della messa a disposizione di carteggi utili a far conoscere agli Eurodeputati che nella nostra città esiste una sede ideale per il Tribunale Europeo Unificato dei Brevetti”.