di Gabriele Polleggioni
Per Storie di Calcio il nostro collaboratore Gabriele Polleggioni ha intervistato Massimo Cochi, bandiera dell’Orvietana. Incontrandolo ho la sensazione di conoscere una “leggenda”, quasi un ventennio a difesa dei colori biancorossi…
Massimo cosa ha rappresentato per te l’Orvietana calcio?
L’Orvietana calcio ha rappresentato un pezzo importante della mia vita, 17 anni sono difficili da dimenticare, ho vissuto i primi anni con qualche difficoltà, poi la crescita costante durante “l’era Bagnato” fino a indossare, con orgoglio, la fascia di capitano per 12 stagioni.. veramente un periodo stupendo…
Qual’e il tuo primo ricordo dei 17 anni in biancorosso?
Le prime immagini che mi scorrono davanti sono quelle di Vittorio Michelangeli e del compianto Vittorio Trequattrini (Sustacchina), 2 pilastri di questa società, da ragazzino (avevo 15/16 anni), mi prendevo spesso e volentieri dei periodi di pausa dal calcio ma, puntuale come un orologio svizzero,Vittorio Trequattrini mi veniva a riprendere, una pacca sulla spalla e tutto tornava come prima…
Quali sono stati i tuoi “maestri”?
Mi è sempre piaciuto osservare i giocatori di maggiore esperienza,”rubavo con gli occhi” a chi mi stava accanto e di calcio ne aveva già masticato parecchio. Da Flavio Bernardis ad esempio ho appreso diversi “trucchi” del mestiere, era un giocatore di grande qualità e grande temperamento!
Qual’e la tua idea di calcio?
Mi piacerebbe vedere dei passi in avanti dal punto di vista della cultura sportiva, essere “educati”allo sport o semplicemente allo stare in gruppo, questo dal mio punto di vista sarebbe un ottimo punto di partenza.
Cosa consiglieresti ad un giovane calciatore?
Non mi piace dare consigli,la cosa che posso dire è che è bello giocare semplicemente per il “gusto” di farlo, senza ridurre tutto alla ricerca del risultato ad ogni costo. È importante saper stare all’interno di un gruppo, saper “fare squadra” a prescindere dalle doti tecniche che si posseggono.
Qual’e stata la più grande soddisfazione della tua carriera?
Credo sia stata la vittoria del campionato di promozione nel 1992/93, chiuso senza perdere nessuna partita..
Carmelo Bagnato era il nostro allenatore, il suo contributo fu fondamentale, eravamo organizzati, in campo e fuori, come una società professionistica e questo, oltre alle doti tecniche della squadra, fece la differenza…
Quale invece il più grande rimpianto?
Degli anni da calciatore non ho veramente alcun rimpianto.. Mirko Chiasso, Giuliano Cioci, Carlo Emanuele Trappolino, Daniele Polleggioni, Emiliano Menichetti sono solo alcuni compagni con cui ho condiviso molto, i rapporti umani che rimangono nel tempo cancellano qualsiasi delusione sportiva! Oltre a loro metto anche il presidente Domenico Pizzardi, per cui tutt’ora nutro un enorme rispetto…
C’è stato un attaccante che non ti ha fatto dormire la notte?
Giulio Franceschini del San sepolcro è stato un grande centravanti che ho avuto il piacere di affrontare, fisico imponente era difficile da contrastare. Prima di lui il mio amico Giuliano Cioci, per fortuna siamo stati spesso compagni di squadra ma, anche da avversario, sapevo trovare la soluzione per fermarlo…con le buone o con le cattive!
Ci sarà un futuro nel calcio per Massimo Cochi?
Sono sincero nel dirti che ultimamente ho perso un po’ di interesse, non credo che farò ancora parte del calcio, seguo raramente l’Orvietana e quando lo faccio mi piace sedermi accanto a Roberto Pace, una persona con cui è piacevole parlare..di calcio e non solo..
Che stagione sarà per la Romeo Menti (la squadra del tuo paese) e per l’Orvietana calcio?
La Romeo Menti saprà togliersi delle soddisfazioni anche in un campionato difficile come la prima categoria, per quanto concerne l’Orvietana ho grande fiducia in Riccardo Fatone, ha grandi motivazioni e soprattutto grandi competenze, sarà lui il valore aggiunto!
A prescindere da tutto sempre e comunque FORZA U.S.O!!!
Un augurio al calcio orvietano…
Spero in una crescita generale, del movimento sportivo…migliorando dove possibile le strutture e porre le basi per essere sempre più competitivi nel futuro immediato!
Concludo l’intervista abbracciando Massimo Cochi, capitano biancorosso, uomo di “leggendaria”umiltà…