Gentile sindaco emerito, la sua uscita contro la nostra testata perché conosce i risultati dell’ispezione del MEF e l’ha commentata cercando di capire perché il Ministero contesta particolarmente alla sua Amministrazione un milione e mezzo di spese di personale, mi sembra particolarmente aspra.
Il materiale di cui parla è a conoscenza di almeno una ventina di persone che conosco e di chissà quante altre, come è normale per un documento pubblico, se si cerca. Pensi che mi avevano persino raccontato che la relazione del MEF Le è stata consegnata tra i primi, come è giusto, fatto a suo dire falso.
Cercare notizie è nostro compito, se si studia, compreso quello di tentare di approfondire, per capire le responsabilità tecniche e politiche, almeno e finché quelle annotazioni non siano annullate dall’accettazione da parte della Corte dei Conti delle controdeduzioni degli uffici comunali preposti alla loro confezione.
Vorremmo che l’indagine ministeriale fosse stata effettuata da gente che non ha studiato (parola arcana tranne che per Lei e Pizzo) e che tutto si risolvesse senza danni per nessuno. Le consiglio comunque di aggiungere qualche altro studioso, perché altrimenti potreste correre il rischio di leggere e comprendere come nei cinque anni della Sua Amministrazione. Con immutato affetto.
(Dante Freddi per orvietosi.it)
Segue la nota a firma di Toni Còncina, sindaco emerito.
Non sono sorpreso dall’acrimonia verso la mia Amministrazione, con la quale una testata on line commenta in tempi diversi la vicenda dell’ispezione MEF: acrimonia e livore preconcetti, come se tutti i mali di Orvieto, nei settant’anni di vita democratica e repubblicana, derivassero dal mio deprecato quinquennio, quando l’Amministrazione che mi è seguita finora è prevalentemente vissuta di rendita su iniziative e progetti da me iniziati e venuti a conclusione, ahimè, soltanto immediatamente dopo la mia sconfitta del 2014. Ma questi sono i processi democratici, quelli notoriamente perseguiti nei sessantacinque anni di successi (settanta meno cinque) delle Amministrazioni prima e dopo la mia, giustamente osannati da modesti caudatari. Ma non c’è niente da fare contro la partigianeria, gratuita o meno, di chi ha soltanto un’altissima opinione di sé e dei suoi protetti. .
Non voglio assolutamente riaprire antiche e desolanti polemiche su argomenti (derivati, piano di riequilibrio, eccetera) spesso poco approfondite, molto supponenti e ahimè qualche volta addirittura farneticanti. Né commentare stantie e stucchevoli elencazioni di mie malefatte, addirittura di “atmosfera oscurantista”, ben diverse dalle gloriose speranze di miglioramento legate alla geniale intuizione delle miracolose pedane…
Non conosco ancora i dettagli della relazione MEF, a differenza di qualche testata, che elenca cifre e percentuali di competenza istituzionale, curiosamente già in suo possesso, anche se non comprese nella relazione. Come mai? Inviterei piuttosto l’Assessorato competente a fornire a tutti (non solo agli amici del cuore) l’intera documentazione relativa alla relazione del MEF, affinché ogni attento lettore possa comprendere come, al di là di pretestuose affermazioni, si possano paragonare le politiche di bilancio del mio quinquennio con quelle delle giunte precedenti e attuali, a mio parere davvero nefaste e improduttive per la città (una fra tutte l’arbitraria riduzione dell’accantonamento per il “rischio derivati”), al di là di roboanti dichiarazioni su progettualità finora mai riscontrate. Per inciso, mi permetto di sottolineare come perfino la conclamata relazione MEF metta in risalto la costante riduzione del costo del personale durante il mio governo, senza peraltro spargimenti di sangue.
Studierò (parola per alcuni arcana) con Piergiorgio Pizzo e magari anche con Maurizio Romiti (altra vittima dell’irresistibile humour a buon mercato della testata), con la documentazione per ora in nostro possesso, lo specifico della ispezione MEF, semplicemente per vedere chi, come e quando ha sbagliato, senza per questo buttare fin da ora la croce addosso a chi ha operato in buona fede e senza volgari allusioni ad eventuali ricerche di consenso tra i dipendenti, con i quali il mio rapporto è stato fin dal primo giorno (giugno 2009) quello di una laica collaborazione, indipendentemente (e qui forse sono stato troppo ingenuo) dai legami e dalle appartenenze politiche. In ogni caso, la Corte dei Conti (al di là di comiche, improbabili e non canoniche entrature) farà le sue valutazioni e trarrà le sue conclusioni. Questo con l’atteggiamento collaborativo, che ho sempre adottato da Sindaco “Emerito”, ogni volta che ho potuto, nell’interesse della città.