ORVIETO – Il Pd orvietano sente l’ odore di lotte interne che si scateneranno intorno al referendum e alla segreteria di Renzi, quindi i vari referenti di renziani e antirenziani, con tutte le sfumature, si agitano anche a Orvieto.
L’unico ring significativo per misurare i muscoli è il Comune di Orvieto e l’occhio dei contendenti vogliosi di dimostrare la loro esistenza si rivolge alla Giunta Germani.
È da tempo d’altra parte che si parla di una verifica di Giunta, di cui forse c’è bisogno per qualche debolezza, non certamente riferibile alla qualità delle persone ma alla loro possibilità oggettiva di offrire il tempo necessario alla comunità .
Il Pd nelle riunioni interne e nelle chiacchiere esterne non discute particolarmente di efficienza, di nuove idee, di progetti a sostegno all’Amministrazione, ma reclama per il partito un maggiore spazio nell’Amministrazione. E qui è difficile comprendere il passaggio, dato che sono in quota Pd il sindaco Germani, il presidente del Consiglio comunale, l’assessore e vicesindaco Croce, l’assessore Martino, Talanti e Mescolini presidenti di commissione. Certo è difficile togliere l’assessore Vincenti di Sel, o Costolino tra Psi e Lista per Andare Avanti, o Gnagnarini, certamente autorevole per l’importanza del lavoro sul bilancio e per l’esperienza che porta in Giunta.
Mi ricordo un rimpasto per motivi tutti interni al Pd, quando l’alleanza tra Mocio sindaco e Capoccia segretario portò al radicale cambiamento degli assessori democratici nella Giunta, con i risultati che tutti conosciamo e che agevolarono la perdita della candidatura di Mocio alle primarie in favore della Stella e della Stella alle elezioni in favore di Còncina.
Questa volta però non credo che Germani sia disponibile a partecipare al giochetto, perché lo conosce bene e fu anche una delle pedine “sacrificate”. Il partito è poi debole di per sé, franto in due fazioni che rappresentano più o meno le aree nazionali, spento nella dialettica, opaco nelle azioni, con dirigenti sconosciuti quanto l’attività del PD, a parte il segretario Scopetti e i consiglieri comunali.
Né sembra possibile un’alleanza sciagurata tra Scopetti e Germani per costruire una Giunta più ubbidiente al PD e un PD più ubbidiente al sindaco. Germani si è rivelato un crostino molto più duro di quanto potessero pensare Scopetti e altri. È efficiente e stacanovista e soprattutto ha bisogno di personale politico produttivo più che fedele alla Segreteria e alle logiche congressuali del partito.
A Orvieto c’è molto da fare e questi primi due anni dimostrano che si può agire bene nonostante i legacci del bilancio, ma non bisogna avere ostacoli per motivi che non siano amministrativi, logici, comprensibili. Ho fiducia che il PD non scaricherà sull’Amministrazione le sue tensioni e le beghe di potere perugine, perché in città c’è speranza, si sente, si còglie, si vede anche dalle osservazioni che la minoranza di destra riesce a mettere insieme e che sono il sintomo o di incapacità politica o di mancanza di materiale su cui concentrate l’azione di opposizione. Esce dallo schema Vergaglia, 5Stelle, la cui esuberanza propositiva è a volte utile e merita di essere indirizzata positivamente.
La stagione politica ricomincia e vedremo presto tutto quello che è stato rimandato “per dopo l’estate”.