di Massimo Gnagnarini
Pierluigi conosce a menadito i percorsi e i trabocchetti che si annidano nei meandri dell’applicazione delle norme contabili. Conosce la gara, sempre accesa, tra potere esecutivo e magistratura contabile che spesso si potrebbe riassumere cosi’: voi avete scritto la legge ma adesso noi vi spieghiamo quel che volevate dire.
Pierluigi lo sa e lo fa trapelare nel suo commento. Sa che la nostra proposta di rimodulazione del piano presentata alla Corte non puo essere solo la bizzaria di un assessore. Sa che e’ il frutto dei tecnici comunali che ci hanno lavorato , il parere dei revisori dei conti che l’hanno giudicata coerente e soprattutto Pierluigi sa che io non sono un ingenuo e che prima di adottare il provvedimento sono andato dal magistrato relatore per avere un avallo. Quell’avallo ci fu. Cosa e’ successo poi dentro il collegio io lo so ma per ovvie ragioni non voglio diffonderlo. Almeno prima che la vicenda abbia un suo epilogo con il giudizio sul ricorso che stiamo preparando presso le Sezioni Riunite.
Franco, invece, commenta con un taglio prettamente politico. Non ho colto in esso contenuti o diversita’ rispetto ad altrettante banalita’ espresse in questi giorni da buona parte delle opposizioni.