Ci sono, nel naturale divenire dello scontro politico tra maggioranza e opposizione, alcuni temi sensibili che vengono sollevati e riproposti sistematicamente con l’intento di minare la veridicità e la legittimità dell’operato dell’ Amministrazione comunale.
Dall’impiego dei proventi della Tassa di Soggiorno a quelli dell’aggio ambientale, dagli avanzi d’amministrazione andati colpevolmente a ridurre il deficit al mantenimento delle aliquote IMU ai massimi livelli, fino all’inutilità o meno di rivisitare il piano di risanamento finanziario del Comune.
Sono tutti argomenti sui quali l’opposizione sembra voglia continuare a fare orecchie da mercante ignorando di proposito le risposte date a decine di interrogazioni correlate e da loro presentate sugli stessi argomenti. Nulla di straordinario, è roba politica, se non fosse che questo modo di agire volto a manifestare la propria avversità verso la giunta comunale, le cui politiche ovviamente restano criticabilissime da
chiunque, finisce con alimentare sfiducia e disaffezione dei cittadini verso l’Istituzione comunale poiché rende inutilmente opaco ciò che , invece, è del tutto trasparente:
I proventi della Tassa di Soggiorno a Orvieto devono essere destinati a favore della promozione turistica e pertanto siccome ciò non avviene l’Amministrazione viola la legge.
FALSO: Infatti in ragione dello stato di predissesto in cui si trova il Comune di Orvieto tutti i proventi derivanti dalla TdS, per tutta la durata del piano di risanamento finanziario dell’Ente, sono obbligatoriamente destinati e vincolati al pagamento dei vecchi debiti.
VERO: Tutto quello che il Comune di Orvieto mette in bilancio a favore del turismo, 374.000 euro di spesa compresi i 25.000 euro inseriti sul capitolo della promozione turistica istituito per la prima volta da questa Amministrazione sin dal suo insediamento, a fronte di soli 140.000 euro in entrata da trasferimenti regionali, sono tutti soldi provenienti della fiscalità generale comunale.
Così è ! Pertanto per mettere in circolazione i 400.000 euro della TdS occorre che il Comune esca dallo stato di predissesto. Non si capisce perchè l’opposizione insista su questo punto quando la questione è divenuta del tutto chiara perfino agli operatori alberghieri della nostra città.
Gli orvietani pagano con la tariffa della Tari anche una sovrattassa per l’aggio ambientale.
FALSO: Sin dal primo anno di questa Amministrazione si è provveduto ad abbattere, con proprie risorse di bilancio fino ad euro 50.000, i circa 43.000 di sovrattassa che da sempre aveva gravato sui nostri contribuenti che oltre ad avere il disagio di ospitare la discarica avevano sempre pagato, per questo, un sovrapprezzo unendo al disagio anche la beffa.
VERO: Inoltre tale abbattimento non è rimasto l’unico visto che dal 2013 ad oggi il carico fiscale della Tari per gli orvietani è diminuito di circa 1.000.000 di euro pari al 25% di riduzione.
L’Amministrazione ha prodotto forti avanzi di bilancio che ha usato per abbattere il deficit ben oltre quanto già previsto dal piano di risanamento sottraendo in questo modo risorse che potevano essere impiegate da subito a favore della comunità.
FALSO: Nei due anni di esercizio 2014 – 2015 si è formato si un surplus di 1.750.000 euro che è dipeso però da entrate straordinarie come è stato il recupero di 850.000 euro di evasione ICI e IMU in capo alla multinazionale E.On e altri 900.000 euro da maggiori proventi da parcheggi e gestione dei beni culturali. Tali somme non potevano essere accertate in anticipo sui rispettivi bilanci di previsione per ovvi motivi di congruità e di veridicità dei bilanci stessi e , pertanto, neanche spese anticipatamente o nel corso di esercizio.
VERO: Nel momento che queste entrate si sono verificate e accertate a ridosso della chiusura degli esercizi esse sono state obbligatoriamente registrate in avanzo e quindi obbligatoriamente destinate ad abbattere il deficit. Solo nel caso in cui il Comune non fosse stato in una condizione di deficit dette somme si sarebbero potute impiegare come avanzo da applicare all’esercizio successivo.
Si tratta pertanto non di un tesoretto ricavato a discapito di servizi non erogati , ma di un effetto delle regole contabili e quindi non conseguente a scelte amministrative ne tanto meno di natura politica.
L’ Amministrazione tiene le tasse al massimo.
FALSO: Le uniche tasse rimaste alle aliquote massime consentite dalla legge sono l’IMU sulle seconde case oltre a quelle di pregio e l’addizionale comunale IRPEF. Questa condizione corrisponde a un preciso vincolo contenuto nel Piano del predissesto. E’ incredibile che
l’opposizione, che peraltro era al governo della città quando ha proposto e approvato il Piano, faccia finta ora di non conoscere questa prescrizione e continui assurdamente a rivendicare ciò che è impossibile fare se non dopo l’uscita del Comune dallo stato di Predissesto in cui si era trovato e ancora oggi si trova.
VERO: Le tasse a carico degli orvietani nel 2016 si sono ridotte di 2,5 Mln di euro rispetto a quelle pagate nel 2015. Ciò è dipeso dall’abbattimento dei costi della Tari e dall’abolizione della Tasi.
Il Parlamento sta cambiando alcune norme sul predissesto dei Comuni e pertanto il Comune di Orvieto non potrà uscirne in anticipo nè rimodulare il suo piano.
FALSO: La proposta di rimodulazione del Piano e relativo accorciamento della sua durata è stata avanzata dal Comune di Orvieto utilizzando non la normativa contenuta nell’ultima legge finanziaria, oggetto di modifiche da parte del Parlamento, ma con riferimento alle norme ordinarie sul Predissesto.
VERO: In questi giorni la Corte dei Conti ci dovrà rimettere le sue valutazioni che, anche nel caso di un diniego sull’impianto formulato nella proposta di rimodulazione avanzata dal nostro Comune, potranno consentirci di perfezionare un percorso che abbiamo intrapreso consapevoli di essere il primo tra tutti i Comuni d’Italia a fare da battistrada per una rimodulazione e accorciamento della durata del Piano di risanamento che derivi e si basi sia dagli eccellenti risultati di gestione ottenuti e sia dall’applicazione di una nuova norma che consente minori accantonamenti da effettuare in bilancio la cui interpretazione autentica, oltre quella in capo al legislatore che l’ha scritta, spetta alla magistratura contabile per l’ individuazione dei limiti di applicabilità.
In conclusione l’auspicio e l’invito ai colleghi dell’opposizione è quello di poterci confrontare attraverso la consapevolezza e la condivisione di alcuni punti fermi da cui non si può prescindere per operare in questa particolare fase della vita finanziaria e amministrativa della nostra città, e di concentrarci sulle scelte che i realmente i stretti margini di manovra concretamente ci consentono.