ORVIETO– L’ordine del giorno presentato dalla consigliera Lucia Vergaglia (M5S) in merito a Diffida Legale per rischio e costi di una emergenza rifiuti, è stato respinto in maggioranza dal Consiglio Comunale con 7 contrari, 5 favorevoli (Vergaglia, Sacripanti, Tardani, Olimpieri, Luciani ).
Il documento impegnava il sindaco e la giunta, allo scopo di informare dei potenziali profili di responsabilità, anche personali, afferenti ai comuni, agli enti gestori ed organismi di controllo e alla Regione, di procedere ad una immediata diffida legale ad adempiere la raccolta differenziata a termini di legge ai comuni della Regione, e di procedere all’immediata diffida alla Regione ad adempiere il proprio ruolo di custode del territorio, controllo dei comuni e responsabile del piano rifiuti (specificando che la diffida valeva anche quale costituzione in mora per il danno incombente da una eventuale azione d’imperio per l’utilizzo in deroga normativa e contro gli interessi territoriali della discarica di Orvieto, nonché per la possibile ‘emergenza ambientale’ conseguente alle inosservanze di legge).
A conclusione dell’illustrazione dei contenuti del documento la proponente consigliera Lucia Vergaglia ha affermato: “A più riprese è riportato negli atti regionali e nei pronunciamenti dell’assessore regionale all’ambiente il possibile utilizzo regionale anche emergenziale della discarica Le Crete. Tale sciagurata ipotesi preoccupa fortemente la cittadinanza. In sede di conferenza stampa a Roma ho apprezzato l’orgoglio del sindaco che ha detto che siamo all’80% della raccolta differenziata, segno che siamo sensibili e responsabili. Quindi non abbiamo paura di sfidare la Regione che dimostra di essere matrigna verso questo territorio ”.
Sindaco, Giuseppe Germani: “ Ricordo che la Regione all’inizio di quest’anno ha fatto una delibera dando degli input rispetto alle percentuali da raggiungere entro breve tempo mettendo anche delle penali, fino ad a prevedere il commissariamento per il comuni inadempienti. Noi dobbiamo creare le condizioni perché questi materiali non vadano in discarica. Il tema centrale è come riusciamo a creare soluzioni alternative. Quando dentro l’AURI ho detto che ad Orvieto si portano rifiuti a 170 euro a tonnellata, gli altri Comuni mi hanno risposto che economicamente non conviene più, infatti altrove il costo è di 50 euro/tonnellata; quindi la questione si sposta sul come risolviamo il problema generale dei rifiuti. Non è con le diffide che lo risolviamo. Capisco che oggi è facile fare battaglia politica, ma continuare a fare di questo il metodo del confronto, ci porta fuori strada, è improduttivo. Dobbiamo risolvere il problema diversamente ”.
*** Segue Dibattito ***
Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “Avrei apprezzato dal sindaco un ragionamento più complessivo e più specifico dei problemi che ci riguardano, senza limitarsi a dire che delle misure esistono e che dobbiamo affrontare in modo generalista un problema che ci riguarda direttamente, senza tracciare alcun percorso concreto che riguardi il nostro territorio. Immaginavo che della proposta avesse colto lo spunto: andando verso un unico ambito regionale, introdurre delle forme di garanzie a tutela di quei luoghi che ospitano siti industriali di smaltimento rifiuti è un ragionamento che aprirebbe le porte ad una nuova impostazione per affrontare il problema.
La Regione ha deciso di dare luogo ad un unico ambito e ad introdurre uno schema univoco, non c’è nulla di strano, nei fatti però viviamo una contraddizione. Il sindaco di ha detto che i perugini non porterebbero mai rifiuti nella nostra discarica perché pagherebbero troppo, bene. Ma allora pensi allora quanto siamo incavolati noi orvietani che, pur avendo la discarica sul territorio paghiamo più del triplo. Se non è questa una contraddizione? Sappiamo come stanno messe le altre discariche umbre, allora dove manderebbero i rifiuti? La questione richiede di essere affrontata in maniera diversa. Portare questo tema in sede di AURI che è ancora un soggetto indefinito e che solo adesso di sta riempiendo di forma e di contenuti, mi induce a invitare il Sindaco a ripensare la sua avversione alla proposta di diffida, portando viceversa in AURI il tema delle tutela ”.
Stefano Olimpieri (Identità e territorio): “ Il problema è della media delle percentuali di raccolta differenziata, se noi facciamo l’80% ma a Terni fanno il 30% la media si abbassa inevitabilmente. L’AURI dovrebbe imporre ai comuni una certa percentuale di RD. L’altro aspetto sono i costi: l’ATI è composto di maggioranze politiche di centrosinistra che nell’ultimo decennio li hanno determinati. Ad Orvieto dopo la grande intuizione degli anni ’80, di fatto negli anni ’90 il comune ha svenduto l’impianto ad un soggetto privato che, pur stando a un pugno di chilometri di distanza da noi, ci fa pagare molto di più. Il documento di Vergaglia è un piccolo campanello di allarme per sollecitare gli altri comuni a fare il loro dovere. Più che la diffida servirebbe una denuncia! In sostanza l’ordine del giorno vuole dare una spinta agli altri comuni per adempiere a quello che fanno i nostri concittadini ”.
Martina Mescolini (PD): “ Sacripanti giustamente ricorda che questo è un momento importante per effetto della costituzione dell’AURI e, soprattutto, che in questo momento tutti i sindaci hanno di fronte una occasione importante. Ma è con questo atteggiamento ed il ricorso alle diffide ed atti legali che possiamo andare a confrontarci con gli altri sindaci? Al momento non ci stiamo affatto confrontando con una ‘emergenza rifiuti’, né ci è stata prospettata tale ipotesi. La richiesta di ampliamento di SAO si fonda su dati di conferimento di rifiuto urbano perché siamo partiti in ritardo con la raccolta differenziata entrata e regime solo a Gennaio 2016. Non credo che debba essere questo l’atteggiamento. Come Commissione ambiente/rifiuti appena costituita dovremo vedere gli impatti degli ultimi anni. Oggi siamo pronti a lavorare insieme e a vedere come poter pensare meglio un progetto per il nostro territorio. Facciamolo in maniera costruttiva e propositiva rendendoci conto che viviamo in una regione dove ci sono altri cittadini ed altri territori, senza andare ad intraprendere ed invocare atti legali. Rispetto al dibattito sulla presidenza, su cui non sono intervenuta, ma lo faccio ora, vorrei sapere: quali sono gli interessi di cui la minoranza parla? Desidero portare avanti il mandato che mi è stato affidato ma senza atteggiamenti pregiudizievoli. Voto contrario all’ordine del giorno ”.
Roberta Tardani (Forza Italia): “ Visto che la presidente della Commissione ci dice quale è l’atteggiamento che dobbiamo seguire, ci dà la conferma quello che sostenevano. La neo Presidente della Commissione sta su tutt’altro binario rispetto a noi: subisce quello che impone la Regione. Orvieto ha iniziato nel 2010 la raccolta differenziata non adesso. Ma di quale atteggiamento e di quale equilibrio ci si viene a parlare? Se ancora sostiene questo probabilmente non ha capito nulla. La presidente Marini ha dichiarato che siamo in emergenza rifiuti. Basta allora mettere la testa sotto la sabbia e negare che c’è una emergenza rifiuti. In commissione come forze politiche porteremo avanti questi temi. Quando mai la Presidente Marini intende pensare ad un progetto? Mescolini ha dimostrato che le nostre preoccupazioni per questa commissione sono tutte veritiere. Quindi non è la presidente Mescolini a dire con quale atteggiamento dobbiamo andare al confronto con la Regione. Assumiamo tutti la giusta consapevolezza rispetto al problema. La colpa non è dei cittadini orvietani ma di chi i problemi li ha creati, cioè la Regione che adesso deve risolverli ”.
Replica Vergaglia: “ Secondo un criterio di reciprocità, se fosse Orvieto ad essere inadempiente pensate che gli altri comuni sarebbero tanto indulgenti? Non si può negare l’evidenza che siamo ad un passo all’emergenza rifiuti in Umbria. Se non alziamo gli scudi di difesa del nostro territorio nei confronti di chi in Regione decide e peraltro non smentisce le nostre ragioni, chi mai fermerà questa situazione? Lo strumento della diffida è solo nei confronti di chi è inadempiente. Minacciando il portafoglio dei comuni la sensibilità dei cittadini aumenta e quindi sono più disposti a tutelare il territorio con tutte le armi che hanno, sempre sul terreno della legittimità ovviamente. Parallelamente alle azioni di sensibilizzazione e alle proteste pacifiche e agli incontri a Roma, facciamo anche quest’altra azione di auto tutela ”.