ORVIETO – Una volta per far entrare sostanze stupefacenti, armi o quant’altro all’interno delle carceri esistevano metodi come cucire ad esempio le bustine di droga all’interno dei pantaloni inviati con i pacchi abbigliamento. Tutta preistoria. Adesso con i modernissimi droni, in grado di sorvolare gli edifici, introdurre la droga in carcere diventa un gioco da ragazzi. E, soprattutto, è molto meno rischioso.
Proprio per questo il Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria lancia l’allarme chiedendo al ministro della Giustizia Andrea Orlando “l’urgente adozione di strumenti di contrasto, atteso che i droni rappresentano la nuova frontiera criminale”.
Sì, perchè “se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo” dall’altro “comportano innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza in quanto, per loro natura, si prestano ad essere utilizzati in diverse attività illecite. E proprio con riferimento alla sicurezza negli istituti penitenziari non può escludersi che tale tecnologia possa essere impiegata per l’introduzione di armi, di esplosivi, di apparecchi cellulari, di droga e, comunque, di oggetti non consentiti”.
Secondo il segretario generale del Sappe Donato Capece, “l’idea che la droga possa essere consegnata con un drone non sembra più così peregrina, considerate anche le deficienze strutturali nella sicurezza passiva e le carenze di organico che si riscontrano in quasi tutte le prigioni italiane. Un pericolo più che fondato, dunque, aggravato, da ultimo, dalla produzione di micro droni”.
Di recente, anche nei pressi del carcere di via Roma è stato segnalato dal reparto di polizia penitenziaria della casa di reclusione di Orvieto un drone che volava in prossimità dell’area. Non è detto che questo sia da collegare ad attività illecite di questo tipo ma, comunque, considerando appunto questa nuova frontiera criminale, la cosa non è passata inosservata.
Anche perchè di casi di questo genere se ne sono registrati. Nel mese di dicembre 2015, le autorità canadesi hanno trovato un detenuto nel carcere di Montreal in possesso di una pistola che gli sarebbe stata consegnata con un drone. Un drone che trasportava telefoni cellulari, sim card e droga è stato rinvenuto nel cortile di un carcere inglese a novembre 2015, mentre un altro velivolo, provvisto di droga, coltelli ed altri beni di contrabbando è precipitato all’interno di un carcere negli Stati Uniti. Per queste ragioni, “il Sappe ritiene indispensabile l’urgente adozione di strumenti di contrasto e chiede al ministro Orlando che il Corpo di polizia penitenziaria venga adeguatamente attrezzato”. (Sa.Si)