Il 15 febbraio scorso l’ufficio tecnico ambiente comunicava all’ATI e all’ASM, constatato che alcuni servizi e oneri inseriti nel Piano economico finanziario non erano stati resi nel 2015, che il Comune di Orvieto è in credito per 45.941 euro, in quanto i costi di riscossione Tari sono svolti direttanente dal Comune, di 11.485euro per costi di controllo, in quanto i servizio non è stato attivato, 19.413euro in quanto il centro di raccolta è di proprietà del Comune e quindi il soggetto non ha corrisposto canoni di affitto. Un risparmio di 70mila euro già maturato nel bilancio 2015 che, come garantito dall’assessore Gnagnarini andrà ad alleggerire la tariffa dei cittadini, a cui si aggiungeranno nel 2016 altri considerevoli risparmi, oltre ovviamente i 70mila individuati adesso e che andranno a regime. Sia l’assessore Sacripanti in sede di question time in Consiglio comunale, sia il PCdI in un comunicato stampa, chiedono che la somma recuperata sia imputata sulla tariffa Tari di quest’anno, qualora fosse possibile. L’assessore Gnagnarini ha ringraziato gli uffici per l’attenzione posta nell’individuare l’errore, imputabile alla discrepanza tra Piano economico e finanziario e i servizi realmente resi nel 2015.
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