ORVIETO – Orvieto e gli orvietani non vogliono essere la pattumiera dell’Umbria. Ormai sul paventato aumento della discarica Le Crete è stato detto quasi tutto, si sono espressi partiti, sindaci consiglieri, associazioni, cittadini, comitati. Al centro del dibattito è la proposta di sopraelevazione e ampliamento di circa 824 mila metri cubi.
Il No è unanime ma la Regione, come ha confermato nell’ultima seduta del consiglio regionale, è intenzionata ad andare avanti «perché Orvieto è l’unica discarica regionale – ha detto la presidente Marini – perché non è un fatto locale ma regionale, perché i rifiuti non si possono rimangiare e dal momento che le altre discariche sono ormai al limite, senza un ulteriore ampliamento in cui conferire i rifiuti dell’intera Umbria, l’unica strada praticabile rimarrebbe quella di un nuovo impianto in cui bruciare rifiuti».
Il clima è tesissimo, un intero territorio, almeno per una volta, non è disposto a chinare la testa, anzi, annuncia battaglia. Su facebook in questi giorni è stato creato un gruppo “Contro l’ampliamento della discarica .. mettiamoci la faccia” che invita i cittadini del territorio a metterci proprio la faccia. Una forma di partecipazione che ha raggiunto già oltre i cinquemila membri e più di 400 volti immortalati il cui obiettivo è ribadire il No alla discarica.
L’azione del gruppo offrirà sicuramente forza ai venti sindaci del territorio che domani incontreranno la presidente della regione Marini guidati dal sindaco Germani. E se proprio non dovesse ancora bastare è già stata messa in programma una manifestazione per il 14 maggio prossimo “La marcia del rispetto #STOPDISCARICA” organizzata dal movimento #SAVEORVIETO. «Tutti insieme dobbiamo spingere, comunicare, parlare per sostenere – dicono dal movimento – che questa città con un modello di sviluppo che si basa sulla discarica e che sviluppo non è, senza un progetto di salvaguardia dei nostri tesori (arte, ambiente, turismo, prodotti di qualità, buon vivere) rischia di morire. E non è un problema orvietano. E’ un problema di tutti. Quindi tutti insieme per il territorio. Con le proprie bandiere riposte e con la città e il territorio nel cuore». (Sa.Simo)