di Pasquale Marino
Gentile direttore,
In questi giorni mi trovo alla Borsa Mediterranea del turismo archeologico. Si tiene a Paestum, Salerno. Grande assente: l’Umbria e Orvieto. Non ci sono tutte le regioni italiane è vero. Ma c’è anche la Valle d’Aosta.
Cosa abbia in più la Valle d’Aosta, in termini di Beni Culturali, rispetto all Umbria, mi riesce difficile capire! Forse ha in più la consapevolezza della possibilità del traino dei beni culturali per l’economia di una regione.
Consapevolezza! Ecco la parola e il concetto chiave nell’ambito dei Beni Culturali.
I cittadini italiani e anche gli Orvietani, non solo non sono consapevoli dei Beni e dei Luoghi della cultura che posseggono, ma non sono consapevoli delle enormi possibilità che un loro buon utilizzo, possa portare.
Tanto è vero che non sono in grado di affrontare un dibattito pubblico sull’argomento.
Leggo dalla testata da Lei diretta, caro direttore, che Orvieto si candida con grande enfasi, a città dello sport. Bene! Ciò presuppone che la città abbia a disposizione impianti di avanguardia adatte allo scopo, strutture collaterali adeguate, competenze e settori sanitari con esperienza nella “medicina sportiva”.
Forse io personalmente non capisco il luogo dove vivo. Ma a me non sembra di vedere tutti ciò. Detto con il rispetto dovuto.
Cordiali saluti