CASTEL VISCARDO Coltivare la terra imitando i sistemi naturali, la prima esperienza di orto sinergico nasce a Castel Viscardo. Sono in tre: un insegnante di lingue Alfredo Bianchini, un operatore sociale Marco Pettinelli e un artigiano del cotto Fabrizio De Caria.
Circa sei mesi fa hanno deciso di fare qualcosa di positivo per se stessi e per l’ambiente avvicinandosi a questa pratica. «L’orto sinergico – dice Alfredo – significa ritorno alla natura, ti crea una dipendenza costante fatta di amore, qualità di prodotto, bellezza. Connettersi con l’ambiente significa entrare nella frequenza per cui tutto ti arriva quando ti arriva. Si tratta di riprogrammare una presenza costante rispetto a ciò che abbiamo a disposizione».
E’ una carezza alla terra quella che, ogni tre o quattro giorni, fanno questi tre soci-amici. Sì perché, a differenza di un orto tradizionale, quello sinergico si alimenta da solo, si nutre da solo, quindi non c’è bisogno di annaffiarlo o di zapparlo tutti i giorni, nemmeno in periodi di siccità estrema come quello di quest’anno. «Il lavoro maggiore è all’inizio – spiega Marco – si deve creare l’ambiente, una sorta di sottobosco primordiale. E’ da li poi, che autonomamente nascono le piante».
L’agricoltura sinergica è infatti un metodo di coltivazione basato sul principio che, mentre la terra fa crescere le piante, le piante stesse creano suolo fertile attraverso i propri residui organici e la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi.
I prodotti ottenuti con questa pratica hanno una maggiore qualità nutrizionale, sapori e profumi intensi, una diversa energia e una maggiore resistenza agli agenti patogeni. «Attraverso questo modo di coltivare viene restituito alla terra, in termini energetici, più di quanto si prende, promuovendo i meccanismi di autofertilità del suolo e si adottano tecniche agro-sostenibili anche allo scopo di rispettare il pianeta» aggiunge Fabrizio.
E pensare che l’idea di dedicarsi anima e corpo all’agricoltura sinergica è nata quasi per caso. «Cercavamo soluzioni nuove all’utilizzo del suolo in funzione di un miglioramento dello stile di vita legato all’alimentazione ed una maggiore consapevolezza riguardo a ciò che mangiamo» dicono.
Ma Fabrizio, Marco ed Alfredo stanno cercando di trasferire l’amore per questa pratica anche ai propri figli e alle proprie mogli «facendo si – aggiungono – che si passi più tempo positivo insieme a chi “dovremmo” amare di più nella vita». L’obiettivo, ora, è quello di creare un punto di riferimento per i neofiti di questa disciplina tanto che i tre soci stanno pensando di organizzare “il primo corso a Castel Viscardo”. L’argomento, non a caso, è stato al centro di un primo incontro che si è tenuto non molto tempo fa al museo delle Terrecotte. E anche da parte del Comune c’è tutto l’appoggio.
«Possiamo vantare nel nostro Comune la prima esperienza nel circondario di installazione di orto sinergico – afferma l’assessore Luca Giuliani – e vogliamo avvicinare sempre più persone a questa buona pratica promuovendo il più possibile azioni volte al raggiungimento di questo obiettivo».