di Dante Freddi
La condizione della strada dell’aeroporto, quella che da Sferracavallo va a Castel Viscardo e Viceno, poi verso Castel Giorgio e l’Alto Viterbese, è emblematica delle strade italiane. In un Paese che dice di puntare sul turismo, investe miliardi per Expo e prevede di organizzare le Olimpiadi, le strade sono da terzo mondo e non si può più neppure prendersela con la Provincia, che è alla ricerca di identità e si arrabatta più a creare servizi amministrativi per i comuni che a mantenere scuole e strade di sua competenza.
Come si può pensare a uno sviluppo se le infrastrutture primarie, come strade e scuole affidate alle province sono trascurate, malridotte, pericolose?
Sulla strada dell’aeroporto tra qualche giorno la Provincia imporrà il limite a 30 Km, vieterà il traffico a moto, bici e camion, e così il problema sparirà.
Esattamente come è avvenuto lo scorso anno.
Scrivevo qualche mese fa, ad agosto, appena terminati i lavori di rattoppaggio: “Erano disponibili 400milioni, che a luglio sono diventati 200. Pochi quattrini, qualche giorno di lavoro, criteri di sistemazione incomprensibili e voilà, ecco la strada dell’aeroporto. Mal rattoppata con un velo d’asfalto e senza segnaletica orizzontale, tra qualche mese sarà di nuovo pericolosa. Ma tanto si può sempre imporre un divieto e lavarsi le mani. Forse, nel 2017/8 un’altra rattoppata, e così via secondo il criterio di ingegneristica stradale buca sì, buca no.
Il problema, ovviamente, non riguarda soltanto la Provincia di Terni e andare a Viterbo, per esempio, è ugualmente insidioso.
Il mio intervento è soltanto uno sfogo utile a me, per scaricare la rabbia e alimentare la speranza che qualche consigliere provinciale si rifiuti di condividere questo scasso e decida di rifiutarsi di amministrare il degrado per conto di governi che, al di là dei colori, decidono di impegnarsi in grandi opere e non si accorgono delle necessità quotidiane dei cittadini, quelle che risolvono problemi e potrebbero innescare immediatamente investimenti virtuosi, che creano lavoro e dànno dignità al Paese.