Riceviamo dal Intercomunale PD dell’Orvietano e pubblichiamo.
In relazione al comunicato stampa del Partito Comunista d’Italia sezione comprensorio di Orvieto a firma del segretario Ciro Zeno, l’organismo intercomunale Pd dell’Orvietano, in rappresentanza anche dei Sindaci PD del comprensorio Orvietano, vuole fare chiarezza sulle molteplici imprecisioni che rischiano di provocare disinformazione e preoccupazione tra la popolazione.
Facciamo un po’ di storia: già nell’anno 2013, la conferenza permanente dei Sindaci dell’Orvietano per le politiche energetico-ambientali ha condiviso una serie di linee guida per favorire la promozione di piccoli impianti a biomassa sul territorio in grado di incoraggiare l’attrazione di investimenti privati, creare posti di lavoro in armonia con il territorio e dell’ambiente naturale.
Si riteneva e si ritiene che sia opportuno infatti valorizzare la biomassa legnosa presente sul nostro territorio per fini termico/energetici andando così a diminuire la componente di CO2 in atmosfera, coerentemente con quelle che sono le linee guida nazionali.
Pertanto tali linee guida sono state approvate in tutti i consigli comunali dell’Orvietano e, entrando nello specifico, si proponevano di:
- favorire la realizzazione di impianti di piccole dimensioni al massimo di 250Kw alimentati a biomasse come il cippato da tagli di boschi, le potature stagionali agricole oltre paglia, pula, stocchi e residui di campo;
- favorire l’utilizzo del calore residuo per uso agricolo, artigianale e/o civile, abbattendo così il costo dell’energia per chi si trova in prossimità dell’impianto;
L’impianto che si potrebbe realizzare a Castel Viscardo rientra quindi certamente all’interno di queste linee guida e non si tratta assolutamente di un Biogassificatore come quello che si vorrebbe realizzare nel vicino Lazio e per il quale sia l’amministrazione di Acquapendente che quelle di Castel Viscardo e di Castel Giorgio si sono opposte con atti formali in conferenza dei servizi e con ricorsi giurisdizionali al TAR e ultimo il ricorso al Consiglio di Stato trattandosi proprio di un diverso e molto più grande impianto di cogenerazione.
Al PCdI diciamo che già da tempo noi siamo contrari alla realizzazione di un Biogassificatore sull’altopiano dell’Alfina, come conferma d’altronde l’azione dell’Amministrazione di Castel Viscardo che si è già opposta in passato ad impianti di questo tipo; ma in questo caso trattandosi di piccolo impianto alimentato a biomassa legnosa, si registra una compatibilità con le linee guida della conferenza permanente dei Sindaci dell’orvietano che sono state votate, spesso all’unanimità, nei vari consigli comunali.
Il PCdI del comprensorio di Orvieto è stato erroneamente informato sull’impianto in questione e riteniamo del tutto fuori luogo le considerazioni espresse, soprattutto perché provengono da una componente politica che è sempre stata in maggioranza in quasi tutto il territorio orvietano ed ha quindi partecipato alla condivisione di tali linee guida nei rispettivi consigli comunali.
Un partito politico prima di prendere posizione dovrebbe attenersi alla realtà dei fatti reperendo le notizie necessarie nelle sedi istituzionali competenti. Nell’orvietano non abbiamo certo bisogno di populismi o di facili allarmismi della popolazione al solo scopo di generare un tornaconto per le proprie tesi, peraltro sbagliate perché senza fondamento. L’Amministrazione comunale di Castel Viscardo ha operato e opera in piena sintonia con il percorso individuato dalla conferenza dei sindaci del comprensorio Orvietano peraltro votato all’unanimità dallo stesso Consiglio comunale di Castel Viscardo nell’anno 2013.