di Cristina Calcagni
Giornata della Memoria (Legge 20 luglio 2000, n. 211 “Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti)
27 gennaio 1945 – 27 gennaio 2015
70 ANNI sono trascorsi dal giorno in cui il mondo, forse inconsapevole o forse no, osservò e toccò con mano cosa nascondevano chilometri di filo spinato su cui un cartello invitante dichiarava la massima beffarda e menzoniera del momento: “il lavoro rende liberi”.
Auschwitz uno dei tanti campi di concentramento nazisti simbolo dell’abominio umano.
L’Umanità contro l’Umanità. Le peggiori barbarie cui fu sottoposto il popolo ebraico, tra umiliazioni, angherie, espropriazione di beni, esperimenti medici senza anestesia, esperimenti farmaceutici di aziende operanti nel settore, alle quali venivano consegnate soprattutto le donne ebree, i cui nomi ancora oggi presenti sul mercato, annientamento fisico con il famigerato gas Zyklon B (ciclone B), cremazione dei resti martoriati nei forni crematori allo “smaltimento” dei quali erano dedicati i reparti Sonderkommando (unità speciali) composti dagli stessi uomini ebrei.
Orrore e terrore: questo è ciò che la storia ci ha lasciato in eredità con la Shoah, il genocidio del popolo ebraico ad opera di un altro popolo. Orrore che non deve e non può essere dimenticato. Perché è un dovere di tutti noi non dimenticare utilizzando il testimone della MEMORIA. Orrore che abbiamo rivissuto nei giorni scorsi con i terribili attentati parigini, che hanno agitato lo spettro di ciò che abbiamo cercato di tenere sopito in tutti questi anni.
L’antisemitismo non è sconfitto. E’ vivo, è presente, ne abbiamo il terrore; non riusciamo a rimuoverlo dalle nostre coscienze, non riusciamo e non siamo riusciti a formare culturalmente le giovani generazioni nel rispetto per gli altri, per il prossimo. Non siamo riusciti, in tutti questi anni, a sconfiggere il pregiudizio, strada più semplice per arginare problemi di difficile ed impegnativa soluzione e risoluzione.
Non dimentichiamo il pensiero di Sartre: “l’antisemitismo non è un’opinione, è un crimine”.
Attraverso altre forme, più complesse e diverse, la storia potrebbe ripetersi. E’ su questo aspetto ed in questo determinato momento di crisi, economica e di identità, che dovranno concentrarsi gli sforzi di tutti.
“Se non siamo in grado di porre fine alle differenze, alla fine, non possiamo aiutare a rendere il mondo sicuro di tollerare le diversità.” John Fitzgerald Kennedy
Io non voglio dimenticare i sei milioni di morti ebrei, io non voglio dimenticare i quasi due milioni di bambini ebrei trucidati, tra zero e quattordici anni, vittime per lo più di stenti, di morte atroce nei forni crematori, di esperimenti per debellare malattie quali, ad esempio, il vaiolo. Non voglio dimenticare le leggi razziali da cui tutto ebbe inizio. (1938/1945)
Je suis Juis (Parigi 2015)