Alla presenza dei sindaci dei comuni dell’Orvietano, delle associazioni che hanno già sottoscritto il “Manifesto di Intenti” per il “Contratto di Fiume” e dei rappresentanti di Confindustria, si è svolto martedì scorso in Comune, promosso dal sindaco di Orvieto (il Comune di Orvieto è ente capofila) un nuovo incontro finalizzato a definire i successivi passaggi operativi per l’attuazione del contratto di fiume che interessa i territori compresi tra il sub bacino del Paglia-Chiani e il Basso Tevere Umbro.
Nell’incontro, a cui ha partecipato l’arch. Massimo Bastiani esperto in materia, sono stati analizzati infatti, i processi organizzativi successivi alla firma del suddetto manifesto.
“L’incontro – riferisce il sindaco, Giuseppe Germani – aveva lo scopo di concretizzare il calendario dei prossimi appuntamenti al fine di rendere operativo quanto fin qui realizzato. Si devono cioè individuare le figure e stabilire i tempi dei procedimenti da intraprendere. Al di là della riconosciuta importanza, il Contratto di Fiume è uno strumento di rilievo non solo per il nostro territorio, ma anche per quelli posti a nord e a sud dei nostri fiumi che stanno adottando strumenti analoghi. Recentemente la presidente della Regione Umbria, Marini ha consegnato al Governo nazionale la richiesta di finanziamento per gli interventi mirati alla difesa del suolo. Sta a noi perciò, costruire un percorso concreto per far sì che da ‘problema fiume’ si passi a ‘opportunità fiume’”.
Più precisamente, con la firma del Manifesto di Intenti si è conclusa la prima fase del “Contratto di Fiume” e ora si passa dalla fase “annunciante” a quella “attivante” il Contratto.
Al riguardo l’arch. Massimo Bastiani ha ricordato che “al Ministero dell’Ambiente sono pervenute due tipologie contrattuali: quelli Annunciati e quelli Attivati, dove è incluso il Contratto di Fiume che interessa l’area dell’Orvietano. Da qui inizia la fase del piano di azione che consiste nel pianificare il territorio interessato, facendo territorio. Ovvero, il quadro conoscitivo del territorio va inteso come sovrapposizione delle azioni da intraprendere nelle politiche fluviali considerando gli aspetti agricoli, ambientali, sociali, ecc. Questo tipo di attività integrata è il filo conduttore dell’impulso che viene richiesto dal partenariato Europa-Italia. Quindi nell’attività integrata, ben rappresentata dal Contratto di Fiume, devono essere individuati: la CABINA DI REGIA che serve a passare dalla fase decisionale a quella esecutiva e della quale possono far parte rappresentanti del Comune, della Provincia, della Regione ecc.; la SEGRETERIA TECNICO SCENTIFICA che rappresenta il ‘braccio operativo’ della Cabina di Regia, il cui compito è di validare le decisioni prese dalla ASSEMBLEA DI FIUME O DI BACINO che è il terzo organismo con funzioni deliberanti e può agire per Tavoli di Lavoro.
Nella prima Assemblea utile vengono decisi i Tavoli di Lavoro. Tra le varie attività ci sono due procedimenti importanti: l’Acquisizione delle Conoscenze presso le Istituzioni (es. Comune) e le Esperienze Locali (vari soggetti, anche privati, che possono portare un contributo).
Si passa, poi, a definire l’Orizzonte Strategico di lungo termine che porta ad immaginare quello che potrà accadere nei prossimi decenni. Questa visione di lungo termine da la possibilità alla Pubblica Amministrazione di superare il vincolo amministrativo di mandato quinquennale, mediante proiezione del territorio nel futuro”.
“L’ultimo aspetto – ha aggiunto – è il PIANO D’AZIONE che si costruisce strada facendo, ovvero operando con azioni integrante fra vari settori: agricoltura, ambiente, industria e così via. La realtà industriale costituisce una opportunità di intercettare anche fondi privati e quindi non solo pubblici. Il Contratto di Fiume dovrà portare reddito, ovvero sarà l’investimento delle opere da realizzare che dovrà produrre benefici secondo la filosofia di incremento dell’investimento. Il Piano d’Azione si articola in interventi che derivano da decisioni assunte in sede di Tavolo di Lavoro ed ha un orizzonte di breve termine, circa tre anni.
Il Contratto di Fiume costituisce pertanto, un piccolo cambiamento del modo di governare il nostro Paese e, secondo le norme vigenti in materia, si basa su azioni volontarie ad appannaggio del territorio”.
“Quanto alle possibili risorse da attivare – ha concluso – queste si suddividono in: Fondi dell’Autorità di Bacino (dei quali il 20% è stanziato a favore dei contratti di fiume come previsto dall’art. 7 del cosiddetto ‘Decreto Sblocca Italia’); Fondi Aree Interne; Fondi Strutturali; Fondi Unione Europea; Credito Bancario; Fondi Propri”.