Programma:
ore 15.30 – Prof. Carmine De Filippis: Saluti iniziali;
ore 15.40 – Prof.ssa Umbertina Amadio: Approccio ai Padri della Chiesa;
break;
ore 16.30 – Prof. Giuseppe Gimigliano: La risposta tomista all’inadeguatezza delle scienze moderne;
ore 17.15 – Prof. Aldo Vendemiati: Why be moral? L’etica tomista oggi.
“La razionalità e il senso di Dio” è il primo dei quattro convegni del ciclo “Quaerere Deum in corde”, presente all’interno di Cultura e Spiritualità. I relatori tratteranno da vicino alcuni aspetti del pensiero di Tommaso D’Aquino, alla luce della riflessione moderna e contemporanea.
Il convegno è patrocinato dalla Pontificia Università Urbaniana di Roma e dall’Istituto Teologico San Pietro di Viterbo, quest’ultimo aggregato al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e, da qui in avanti, abbreviato in “ITSP”. L’incontro si terrà sabato 29 novembre 2014 presso la Sezione di Filosofia dell’ITSP, ubicata nel convento S. Paolo di Viterbo, in Via Beato Crispino 6, nella sala “P. Carlo da Motrone”.
Alle ore 15.30 il prof. Carmine De Filippis farà un breve saluto iniziale. Alle ore 15.40 la prof.ssa Umbertina Amadio, docente di lingua latina e greca presso l’ITSP, farà una introduzione ai Padri della Chiesa. Alle ore 16.30 prenderà la parola il prof. Giuseppe Gimigliano, docente di filosofia presso l’ITSP, il quale metterà in luce i molteplici problemi interpretativi sollevati dalle più recenti scoperte scientifiche e logiche. Problemi che saranno affrontati filosoficamente attraverso l’elaborazione del pensiero tomista. Chiuderà il convegno il prof. Aldo Vendemiati, docente di filosofia presso la Pontificia Università Urbaniana, il quale, recuperando e interpretando il pensiero dell’aquinate, tenterà di rispondere al complicato quesito: perché essere morali?
Amadio, in forza della sua lunga esperienza di insegnante, attraverso la sua introduzione ai Padri, preparerà la strada alla riflessione e alla elaborazione dei successivi relatori. Gimigliano e Vendemiati recupereranno il pensiero tomista per portarlo fino ai nostri giorni, dimostrando la sua capacità di fornire una risposta ai quesiti mai risolti dalle scienze moderne.
Scriveva nel 1879 Leone XIII, a proposito di Tommaso D’Aquino: […] Avendo adoperato tale modo di filosofare anche nel confutare gli errori, egli ottenne così di avere debellato da solo tutti gli errori dei tempi passati e di avere fornito potentissime armi per mettere in rotta coloro che con perpetuo avvicendarsi sarebbero sorti dopo di lui […].
Così Tommaso, avendo sapientemente risposto a questioni universali, non si è limitato a soddisfare i quesiti del passato, ma ha altresì anticipato risposte a domande future, come quelle rimaste insolute nei nostri giorni.
Giuseppe Gimigliano Docente di Filosofia presso ITSP, aggregato al Pontificio Ateneo S. Anselmo