ORVIETO – “Il ciclo dei rifiuti non viene chiuso e la discarica di Orvieto sarà ancora chiamata a sopperire alle emergenze per i prossimi 15 anni”. Per gli “Amici della Terra” questo vogliono dire le recenti dichiarazioni di Sao Acea in merito alla richiesta di riprofilatura del secondo calanco al fine di aumentarne i volumi per coprire il fabbisogno dichiarato dall’Ati.
“Finalmente tutte le nostre preoccupazioni sono certificate direttamente alla fonte – affermano Pierpaolo Mattioni e Taira Bocchino degli Amici della Terra –. Che la raccolta differenziata si un inutile orpello senza alcun beneficio economico per i Comuni e il cittadino lo avevamo capito da tempo – aggiungono -. Tanto che per i cittadini virtuosi non si prevede alun vantaggio. Nel piano d’ambito infatti non sono indicati gli obiettivi primari del riciclo e del riuso come prevederebbe la normativa vigente in Italia. Quindi non rimane come unica soluzione che la discarica Le Crete tenuto conto che questo piano non ha nenache previsto la termovalorizzazione dei rifiuti”. In pratica: no riciclo, no termovalorizzatore. Risultato: la diacrica di Orvieto sarà ancora centrale per il Ternano e per la regione Umbria. In questo il territorio orvietano, denunciano gli “Amici della Terra” viene penalizzato due volte.
“I ternani decidono di non fare il termovalorizzatore, Orvieto dovrà sopperire alle emergenze – dicono – e contemporaneamente deve digerire la tariffa più alta della provincia”. Il tema è caldissimo in queste settimane. Per domani intanto è attesa la sentenza del Tar sul ricorso presentato da Sao Acea contro la perimetrazione comunale delle aree boscate che di fatto esclude il terzo calanco. Indipendentemente dall’esito, come noto, l’amministrazione attuale è contraria ad un ampliamento in tal senso. Come è contraria al termovalorizzatore, argomento tirato fuori domenica dall’associazione di Gianni Stella.