ORVIETO – In una nota di protesta inviata all’Autorità di Regolazione dei Trasporti, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministero dell’Economia e delle Finanze, a RFI – Rete Ferroviaria Italiana e a Trenitalia il sindaco Giuseppe Germani chiede che si proceda all’accertamento delle responsabilità di quanto è accaduto lo scorso 24 giugno ad Orvieto quando è stata soppressa la fermata del treno IC 581.
“Un fatto – ha scritto il sindaco l’indomani dell’accaduto – che merita un serio approfondimento da parte delle Autorità competenti. Ieri, il treno IC 581 proveniente da Firenze e diretto a Roma non ha effettuato la prevista fermata ad Orvieto alle ore 7.31 a causa del malfunzionamento di un deviatoio al 1° bivio Orvieto Nord. Il treno ha proseguito la sua corsa sulla linea direttissima e ha effettuato fermata straordinaria ad Orte per coloro che sarebbero dovuti scendere ad Orvieto. E’ evidente il disagio per gli oltre 200 pendolari orvietani, lavoratori e studenti, costretti a prendere il treno successivo che è arrivato a Roma con 40 minuti di ritardo rispetto al precedente. Altrettanto evidente il disagio per i passeggeri che sarebbero dovuti scendere ad Orvieto, tra i quali alcuni studenti impegnati quella stessa mattina nelle prove di esame per la maturità, costretti a scendere ad Orte e a prendere un treno per ritornare ad Orvieto”.
“Questo è il fatto, che a me sembra molto grave – sottolinea – ma ancora più grave potrebbe essere la ragione giustificativa, tanto evidente quanto disarmante nella sua semplicità: qualsiasi intervento per sbloccare il deviatoio, anche manualmente come pure previsto dalle procedure, avrebbe comportato un ritardo per i successivi treni ad Alta Velocità da Firenze per Roma.
Se così fosse, e sarà compito delle Autorità competenti accertarlo, si sarebbero sacrificate sull’altare dell’Alta Velocità le necessità quotidiane di centinaia di lavoratori e studenti”.
“Io sono sindaco di una città – conclude – ed è mio dovere, tra gli altri, garantire la mobilità dei miei cittadini e tutelare interessi collettivi, soprattutto di chi si muove per andare a lavorare e a studiare. Non ho strumenti però per contrastare questi fatti, se non la denuncia alle Istituzioni competenti e all’opinione pubblica, affinché vi siano nel caso specifico gli adeguati accertamenti delle responsabilità e più in generale un ripensamento della politica dei trasporti nel nostro Paese, con una maggiore attenzione alle esigenze di tutti”.