Riceviamo da Stefano Olimpieri, capogruppo PdL al Comune di Orvieto, e pubblichiamo.
La puntuale ed esaustiva risposta data dall’assessore al Bilancio ha confermato le ipotesi che avevo avanzato attraverso una interrogazione in merito ai contenziosi legali tra la C.A.M.S.T. ed il Comune. Per inquadrare i fatti è doveroso rammentare che nel 2003 l’allora Amministrazione Cimicchi decise di privatizzare le mense scolastiche mediante una gara che venne vinta dalla C.A.M.S.T., una delle strutture più importanti a livello nazionale nel settore della ristorazione. Secondo quanto riportato dall’assessore Pier Giorgio Pizzo, la C.A.M.S.T. nel 2008 ha citato in giudizio il Comune perché l’Amministrazione del tempo non aveva pagato fatture commerciali per un importo di circa 530.000 euro: in buona sostanza, la vecchia Amministrazione Comunale per circa due anni (2007 e 2008) non ha pagato quanto dovuto da contratto, tanto che la C.A.M.S.T. è stata obbligata a fare causa civile per ricevere quanto di spettanza. A questo procedimento – ovviamente chiuso con l’obbligo per il Comune di pagare i 530.000 euro – se ne sono aggiunti altri che hanno statuito l’obbligo per il Comune di adempiere al pagamento degli interessi legali, oltre che quello di pagare le parcelle di competenza degli Avvocati della controparte. La ricostruzione di questa vicenda dimostra – ancora una volta – quali fossero le modalità di gestione finanziaria (ma anche politica) all’interno del nostro Comune nei tempi passati. Il modello era quello di postergare il più possibile i pagamenti (anche quelli – come nel caso di specie – derivanti da contratto) e di campare alla giornata. Ci rendiamo conto che non pagare le fatture della C.A.M.S.T. non significava mala fede o dolo, ma era uno stato di necessità dettato dall’urgenza di tappare le mille falle che si aprivano nella quotidiana gestione finanziaria dell’Ente. Come dimostra questa vicenda, spessissimo la pezza era peggio del buco: infatti, non solo il Comune ha dovuto restituire il quantum delle fatture commerciali, ma nel novembre 2013 lo stesso Comune si è visto notificare una richiesta di 64.000 euro avente ad oggetto il pagamento per interessi e spese legali (e poi non dovrebbe essere finita). Ma il vero ed incontestabile errore storico del vecchio sistema politico e di potere è stato quello di non capire che i tempi stavano cambiando e che bisognava mettere mano a riforme strutturali in ogni segmento della Pubblica Amministrazione. Quel sistema non aveva (e non ha) capito che il mondo stava cambiando e che l’ignobile modello fondato sullo scaricare sulle future generazioni il costo della incapacità politica e della bramosia del potere non era (e non è) più sostenibile. Quanto avvenuto con i mancati pagamenti in favore della C.A.M.S.T. è l’esempio più chiaro di come – fino a qualche anno fa – si gestiva il nostro Comune.