Riceviamo da Roberto Nativi, del comitato per Renzi di Orvieto, e pubblichiamo.
Orvieto, cambiamo verso Insieme!!
Da oltre 2 anni stiamo conducendo insieme a Matteo Renzi, ma soprattutto insieme a tanti Orvietani una battaglia per cambiare volto e verso a questa città.
Abbiamo chiesto il cambiamento della classe dirigente, e proposto un progetto che abbia una visione per costruire una nuova idea di Città per prossimi 20 anni insieme.
Abbiamo condiviso il progetto proposto dal Segretario Andrea Scopetti e dalla sua Segreteria, chiedendogli però di fare seriamente e in tempi utili le Primarie in questa città, senza paura.
L’8 Dicembre ha segnato una grande vittoria per chi ha sempre creduto alla necessità di un cambiamento, ma insieme ad esso segna necessariamente la fine di un percorso (sancito per primo da Renzi che ha sciolto la sua corrente come segnale della fine di una fase necessaria di rinnovamento).
A noi non serve che tutto cambi perché niente cambi, di questo Matteo è il primo ad esserne convinto.
Serve un nuovo modo di dirigere e credere nel Paese, la fine del gruppo Renzi è proprio questo, un nuovo metodo, dove chi vince non distrugge ma fa squadra e cambia insieme agli altri, non visti come nemici, ma come risorse, chi quindi adesso pensa di cavalcare i “Renziani” lo farebbe chiaramente come tornaconto personale più che per un reale interesse del PD e del Paese.
Adesso serve un cambio di marcia che vada al di là delle correnti di partito, ma punti a risolvere i reali problemi del Paese.
Parlando di Orvieto, questo ragionamento è quanto mai attuale alla luce soprattutto della richiesta del Pre-dissesto, da parte dell‘attuale amministrazione.
La richiesta di pre-dissesto, sancisce due cose :
1) Il fallimento dell’esperienza Concina che non ha saputo porre un freno alla situazione esistente, non creata ma trovata ed è sempre bene ricordarlo
2) La fine di una classe dirigente di sinistra che da 15 anni ha provocato la situazione attuale e che di certo non si può porre alla guida di un processo di risanamento e rinnovamento.
E’ arrivato il momento di sorpassare le vecchie rendite e le vecchie logiche e puntare su un progetto che punti su Orvieto, sulla sua eccellenza e su una classe dirigente nuova che niente abbia a che fare con le vecchie logiche del passato.
Non è più il tempo delle sfide personali, ma è il tempo dell’assunzione di responsabiltà da parte di chi ha a cuore la città al di là dei rispettivi schieramenti.
Ad Orvieto non serve andare solo al di là delle logiche di corrente di partito, ma andare al di là dei partiti stessi, puntando su un patto civico dei cittadini che hanno a cuore la città rivolgendosi:
- ai partiti perché siano il collante di questo patto
- alle associazioni di categoria perché ne siano flusso vitale
- alla Fondazione e alla Curia perché agevolino e accompagnino tale processo.
Quando si è in crisi in una famiglia non si cercano i colpevoli, si cerca di stare uniti e di sorpassare il problema, per poi dopo ritornare alla normalità.
Seguendo questo ragionamento, non è fondamentale adesso sapere chi farà il sindaco, ma è fondamentale sapere se questo progetto avrà delle gambe e chi ne farà parte.
Bisogna lottare contro le rendite e le vecchie abitudini, senza concedere spazio a nessun compromesso. Chiedendo scelte chiare e nette che mettano al centro del dibattito i programmi e le idee e non le correnti e le personalità, da questa situazione se ne esce tutti insieme e non c’è nessun Messia che possa fare miracoli.
Il pre-dissesto, se approvato e lo sapremo presto entro fine gennaio, vincolerà il prossimo sindaco e la relativa classe dirigente a portare il bilancio in attivo per 10 anni e rientrare di almeno 750.000 euro ogni anno. Questo vuol dire avere un progetto vero, con poche chiacchere, tanta umiltà, trasparenza e coesione sociale, perché tanti saranno i sacrifici da richiedere ai cittadini, mettendoci faccia e tanta buona volontà, tutto questo lo si può fare solo se si ama questa città e si trasmetterà concretezza e speranza.
E’ su questi presupposti che spero che in molti rispondano a questo appello. Un appello che nasce da chi, come me, ama profondamente questa città e che spera si possa risollevare tornando al suo antico splendore e da qui prendere lo slancio per proiettarsi in un futuro ancora più luminoso.