ORVIETO – Inattendibile, impresentabile e ora anche invotabile. E così dopo l’ultima spiaggia del pre – dissesto torna a riaffaccarsi, concerto più che mai, anche lo spauracchio del commissariamento.
La strategia impostata all’indomani della bocciatura del bilancio da parte dei revisori de conti, come era prevedibile, infatti, fa acqua da tutte le parti. Il piano di mettere in votazione l’impegno di andare al pre – dissesto subito dopo l’approvazione del preventivo è un palliativo che non alleggerisce la coscienza proprio a nessuno. Ma non approvare il bilancio significa andare a grandi passi verso il commissariamento, o perché il bilancio viene bocciato o perché scadono i termini per approvarlo (30 novembre, più i 15 giorni di proroga che concede il prefetto).
E allora se i mal di pancia sono diventate contorsioni, bisogna correre ai ripari. L’unica è rinviare il consiglio per tentare in extremis dei correttivi. Emendamenti al bilancio da individuare in cinque giorni con margini strettissimi. Sembra una missione impossibile, ma è con questa proposta che ieri mattina l’assessore al Bilancio, Piergiorgio Pizzo si è visto costretto a presentarsi in commissione. Apriti cielo, le opposizioni hanno minacciato in questo caso azioni eclatanti. Pizzo, dal canto suo, sembra scandalizzato per l’atteggiamento dell’opposizione che a suo dire dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza ed essere più collaborativa visto che non sarebbe immune da responsabilità relativamente ai conti del Comune. E d’altro canto l’assessore sembra manifestare un atteggiamento duplice, perché da un lato si dice pronto a studiare degli emendamenti (pur con un certo scetticismo) dall’altro continua a difendere un bilancio a suo giudizio “vero” e “attendibile”.
Il problema che non la pensano così i revisori dei conti (inattendibili le previsioni di entrata su Tarsu, Tosap, contravvenzioni, parcheggi, recupero evasione Ici, non congrue le previsioni di spesa su fondo svalutazione crediti, accantonamenti causa Bnl), e ora metterci una pezza sarà difficile. E sarà “difficile” – come dice – che ce la metterà Orvieto libera, come spiega il capogruppo Angelo Ranchino. Fautore del commissariamento nel 2009, Ranchino ha visto ignorate in quattro anni proposte e soluzioni offerte per abbattere le spese e aumentare le entrate (si vedano le dimissioni del vicesindaco Massimo Rosmini). Anche l’opportunità del pre – dissesto segnalata a maggio non ha incontrato favori. “L’opposizione ha votato contro e la maggioranza (che pure ha approvato obtorto collo di verificare questa possibilità, ndr) mi ha guardato come una Cassandra”, dice l’avvocato Ranchino, che fa notare velatamente come, dopo tutte le porte prese in faccia, proprio su quelle stesse vicende cruciali “si va a battere la testa”.
In ogni caso, ormai è tardi. Il bilancio così non va. Il consiglio comunale non è disposto a votarlo e per gli emendamenti oltre che esserci poco tempo c’è anche poco spazio di manovra. Volendo escludere il riequilibrio che non si può fare (non è possibile coprire i 7 milioni con le alienazioni e infatti si tratta di approvare il bilancio proprio per andare al pre – dissesto), si potrebbero forse correggere le poste segnalate dai revisori, ma solo con tagli drastici (asili, Te.Ma., Umbria jazz). Ma a questo punto – è la domanda che circola – lo farà l’esecutivo o il commissario? Le riunioni che si susseguiranno per tutto il fine settimana saranno decisive.