di Aramo Ermini
Mano a mano avanzava
il giovane ruscello,
vivo,
gorgogliante,
ma incontrò ostacoli insormontabili
lungo il suo andare,
montagne impenetrabili
rapide pericolose,
salti abissali.
Troppo per le Sue giovani forze solitarie.
Nessun dio lo soccorse,
ché il cielo è vuoto,
né la Sua energia
se ne potè fabbricare uno,
la Sua natura a ciò refrattaria
Era spinto dalla forza della natura
il piccolo rivo e,
si scavò un altro greto
lontano da sé
lontano dalla vita
il corso naturale si inaridì
zolle di terra riarsa,
spaccate,
arbusti stentati,
rotti e radi.
Irreale il nuovo greto,
là ebbero corso
le forze selvagge e terribili della Natura.
Di Sé non conservava neppure la memoria,
non era più vivo ma,
solo una parvenza.
Ora ,
dopo tanti anni,
di lontananza maligna,
il giovane ruscello
potrà forse rioccupare il Suo corso,
reale e vitale.
La terra riarsa e secca
potrà essere di nuovo irrorata,
rigogliosi cespugli,
e erba e fiori
potranno rinascere,
là dove era morte,
giovani vitelli se ne potranno pascere,
giovani cerve.
La Natura
madre e matrigna
potrà fare questo dono
al giovane rivo
che non divenne mai fiume.