FABRO – Indagini a 360 gradi per stabilire la natura del rogo che nella notte tra sabato e domenica ha ridotto in cenere il capannone di Fabro Fiere, storica sde della mostra del tartufo. Mentre ieri mattina i tecnici di Asl e Arpa hanno effettuato nuovi sopralluoghi, i carabinieri, seppure con tutte le cautele del caso, stanno compiendo numerosi accertamenti, senza escludere il dolo tra le possibili cause dell’incendio.
La struttura, la cui proprietà fa riferimento al vicino stabilimento Getam, era attualmente in gestione ad una ditta che vi aveva aperto una grossa rivendita di mobili, abbigliamento e casalinghi, dopo la chiusura del marchio “Marino fa mercato”. I carabinieri non si sbilanciano, anche se lasciano trapelare di avere in mano alcuni elementi su cui lavorare per verificare la natura del disastroso incendio.
Intanto, sono attesi gli esiti degli esami sulle campionature prelevate dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente che sta analizzando anche le emissioni in atmosfera. Preoccupa, infatti, la presenza di amianto nella copertura del capannone che è andata distrutta.
Massima attenzione ad ogni sviluppo è assicurata dal sindaco del paese, Maurizio Terzino.