di ufficio stampa Photo Festival
Una foto non ruba l’anima ma una buona foto l’anima ce l’ha. Questo in estrema sintesi il senso dell’incontro che si è svolto sabato scorso a Bolsena, nell’ambito del photo festival, con un grande maestro della fotografia giornalistica italiana, Tano D’amico, intervistato da Luciano Zuccaccia e Romualdo Luzi. Con foto e parole hanno ricostruito il clima dell’Italia dal 1960 al 2000 dal boom economico e le sue contraddizioni alle stagioni di lotta operaia e studentesca, sempre alla scoperta del lato nascosto dell’attualità, superando l’ufficialità dell’informazione. Foto che raccontano una storia, tutte le storie, così forti da resistere alle manipolazioni del sistema informativo, anche oggi che si è ridotto a due soli gruppi editoriali, con strategie comunicative e politiche decise orientate ed omologanti, con una sensibile limitazione di spazi d’espressione. Mala forza della foto libera riesce a scardinarne lo schema e a parlare e comunicare direttamente al pubblico contenuti che superano le didascalie forzate e gli editoriali militanti.
Una sala piena di un pubblico attento e partecipe, un’artista che rappresenta un pezzo di storia e che la sa narrare con una capacità affabulatoria degna di un’ attore, mai aggressiva, che per questo ti può parlare anche di realtà difficili da accettare. In un caldo agosto a Bolsena si parla di cultura.