Enrico Petrangeli, presidente associazione Val di Paglia Bene Comune
Il 6 giugno, alle 21, l’assessore regionale Rometti e il commissario per l’emergenza Zurli hanno partecipato ad una riunione organizzata dal PD, in particolare dal capogruppo in Consiglio comunale Germani.
Bene: lodevole l’iniziativa e generosa la partecipazione.
Siamo convinti che presto arriveremo alla riunione del tavolo tecnico che l’assessore Rometti si è impegnato a realizzare qui ad Orvieto.
E’ infatti chiara a tutti la differenza tra una iniziativa di partito e un tavolo interistituzionale. E se concordiamo sul fatto che governare il territorio e in particolare un fiume come il nostro è cosa complessa, allora dovremmo dare assoluta priorità alle riunioni di coordinamento interistituzionale.
Sarebbe il caso di costituire un Osservatorio interistituzionale sul governo del territorio del Paglia prima di cominciare a programmare gli interventi che saranno finanziati con i prossimi 47 milioni. Siamo di nuovo certi che avremo una risposta adeguata e tempestiva. Intanto il Commissario potrebbe pubblicare sul sito della Regione, dandone notizia, l’elenco delle opere che si vuole realizzare “in emergenza”. Questo consentirebbe a tutti di ragionare e di far considerazioni e integrazioni oppure semplicemente richieste pertinenti.
Noi insisteremo nel considerare i lavori sul Paglia come un Progetto ambientale e urbanistico capace di avviare la coerente programmazione di opere in vista della concreta disciplinatura delle acque e della riqualificazione dei due insediamenti di Orvieto Scalo e di Ciconia.
In questo senso, il parco non è un intervento di rifinitura, ma un’idea dalla quale partire per orientare la programmazione degli interventi e valutare la loro forma. Stiamo elaborando qualcosa e pensiamo di fare cosa utile inviando il documento con le ragioni del parco.
Le ragioni del Parco civico del Paglia
(bozza di lavoro, 21 maggio 2013)
La rupe e il fiume
La rupe e il fiume caratterizzano il nostro territorio e tutt’e due sono state e sono le condizioni naturali necessarie per l’insediamento antropico. Insieme hanno condizionato e condizionano le forme sia della città storica sia di quella moderna.
Le attenzioni di cui sono stati oggetto la rupe e il centro storico hanno consentito di trasformare l’emergenza rappresentata dalle numerose frane in un intervento organico sulle fragilità e sulle instabilità della rupe e hanno consentito di recuperare parte considerevole del patrimonio storico artistico e monumentale della città antica.
E’ ragionevole pensare che dopo l’emergenza segnalata drammaticamente dalla sua esondazione anche l’alveo e la pianura del Paglia possano essere oggetto di attenzioni paragonabili. La disciplinatura delle acque e la messa in ragionevole sicurezza degli abitati devono essere orientate e valutate in base a un’idea precisa su come conciliare le peculiarità ambientali e le esigenze antropiche e in relazione alla riscoperta e valorizzazione di forme economiche e sociali compatibili con l’ambiente locale.
La presenza obbligata in alveo delle infrastrutture viarie di comunicazione più importanti d’Italia per la mobilità Nord-Sud e viceversa deve essere trasformata da vincolo condizionante ad opportunità di drenaggio di risorse progettuali e finanziarie.
Un po’ di storia
L’espansione urbana di Orvieto negli ultimi decenni è avvenuta “extra moenia” e fuori della rupe. Orvieto Scalo e Ciconia si sono sviluppate nella pianura del fiume Paglia e alcune propaggini residenziali e artigianali sono costruite direttamente nell’alveo del fiume precedentemente utilizato per scopi colturali. Le ragioni delle costruzioni in alveo sono molte, a livello remoto hanno a che fare con la geomorfologia (la piana del Paglia nel tratto prospiciente Orvieto è stretta) e la geopolitica (il territorio di Orvieto è in posizione nevralgica per gli spostamenti Nord Sud e viceveresa in Italia). Quest’ultimo aspetto ha fatto sì che le più importanti infrastrutture dello sviluppo industriale italiano, la ferrovia (l’apertura della stazione ferroviaria di Orvieto Scalo è del 1865) e l’Autostrada del Sole (inaugurata nel 1964 e che ha un casello Orvieto) passassero di qui. E’ da notare che il percorso della ferrovia oggi cosiddetta “lenta” è liminare all’alveo del fiume mentre la ferrovia “direttissima” e la massicciata dell’autostrada invece ci corrono dentro. La stazione ferroviaria e il casello autostradale hanno fortemente condizionato il modello di sviluppo orvietano: sono stati fulcri di inurbamento per le popolazioni che lasciavano i borghi rurali circumvicini e di insediamento di piccole e medie imprese artigianali e commerciali. Tutto ciò avveniva in un periodo in cui lo sviluppo si faceva coincidere con le logiche dell’economia industriale e il potere economico e quello politico erano accomunati dal soddisfacimento di interessi immediati e dall’insensibilità ecologica e ambientale.
Un’istantanea
In Orvieto Scalo e Ciconia la qualità dell’edilizia residenziale e di quella destinata alle attività artigianali e commerciali è piuttosto eterogenea ed è legata al periodo di costruzione, ai vincoli o alle possibilità ambientali, alla quantità di risorse economiche investite. All’interno di un accettabile livello di decoro urbano, si va dalle case popolari ai condominii prevalenti in Orvieto Scalo alle palazzine interfamiliari e alle villette con giardino che caratterizzano Ciconia. Frequenti sono le officine e i laboratori nello stesso stabile delle abitazioni, ma ci sono anche i centri commerciali.
Le aree di verde pubblico hanno ugualmente diversa consistenza in relazione alla diversa genesi, le più frequentate sono assediate dal traffico e comunque ognuna è isolata dall’altra. Le piste ciclabili sono quasi assenti e i singoli segmenti sono scarsamente utilizzabili.
Orvieto Scalo e Ciconia hanno raggiunto una consistenza demografica ragguardevole e almeno la metà della popolazione orvietana risiede e/o lavora in questi due insediamenti. L’ospedale, il polo scolastico e il polo sportivo sono tutti collocati ad Est del Paglia mentre lo scalo ferroviario, il casello autostradale e il centro storico nella parte ad Ovest. Ciò rende frequenti gli spostamenti dei cittadini per le loro quotidiane attività tra il “di qua” e il “di là” da Paglia. Questo traffico interno, insieme al traffico occasionale di viaggiatori e a quello industriale per il conferimento in discarica dei rifiuti mettono sotto stress i tratti urbani della SR 71 ter (Umbro Casentinese romagnola) e della SS 205 (Amerina). Il Ponte dell’Adunata, l’unico collegamento trasversale tra le due sponde del Paglia risulta, in particolari orari del giorno, completamente congestionato. I viadotti dell’autostrada e della direttissima, realizzati su rilevati longitudinali al fiume acuiscono i disagi della mobilità interna agli insediamenti urbani. Sul versante Orvieto Scalo, è questa la zona urbana più degradata.
Il Parco civico del Paglia
Nei periodi di magra o di normale portata del fiume, cioè per la gran parte dell’anno!, la pianura e l’alveo del Paglia, nel tratto di fiume compreso almeno tra Pian dei Poveri e l’Acquafredda (Basso corso del fiume Paglia), costituiscono una superficie verde considerevole. Riconoscere questo e, attraverso l’istituzione di un parco civico, rendere la zona effettivamente di interesse e fruizione pubblici avrebbe una serie di effetti positivi sul ripristino territoriale, sulla riqualificazione urbana, sulla messa in sicurezza degli abitati, sulla ripresa economica, sulla qualità della vita e la salute dei residenti. Tutti questi concetti sono strettamente intrecciati tra loro ed è illusorio pensare di ottenerne uno senza gli altri.
Per lo stato attuale delle conoscenze scientifiche e delle capacità tecniche di intervento, il parco civico, che pensiamo molto semplicemente come un intreccio di sentieri e un insieme di realizzazioni effimere che utilizzano i vari differenziali di livello presenti in alveo è il solo modo di rimettere in sintonia il fiume e gli insediamenti antropici.
Oltre a ciò il parco civico ha la forza per darsi come idea guida per la definizione dei criteri di progettazione e realizzazione di prossime opere pubbliche (o di rettifica, funzionale ed estetica, di quelle in costruzione) e per la rivisitazione dei criteri di urbanizzazione almeno delle aree golenali.
Infine costituisce continue e importanti sollecitazioni per la costruzione dell’identità culturale e per la coesione sociale della comunità.
Per la sicurezza
La particolarità del bacino pluviale, di quello idrografico e del terreno sul quale scorre il Paglia fa si che in presenza di intensi fenomeni meteorologici il fiume intensifichi il suo carattere torrentizio, meandriforme e divagante. Per gli insediamenti abitativi, rurali, artigianali e commerciali realizzati, con scarsa precauzione, in alveo questo si traduce in rischio di inondazione.
Nella piana fluviale prospiciente Orvieto Scalo e Ciconia, un insieme di sentieri regolarmente percorsi, di tracciati di gara e/o di attività ludiche periodicamente frequentati, di bacini di pesca sportiva, di orti che integrino le memorie delle attività tradizionali con funzioni sociali e didattiche, cioè un Parco civico, strutturano la forma di rispetto più adeguata al deflusso delle acque in caso di piena. Al contempo assicurano il monitoraggio costante da parte dei cittadini residenti dello stato della vegetazione, di microfrane nelle opere di contenimento, di eventuali abusi edilizi o di discarica che, come nel caso dell’esondazione del novembre scorso sono stati coefficenti di catastroficità.
La fruizione pubblica dell’alveo e il monitoraggio costante che induce sullo stato del fiume è importante anche nel caso delle opere di difesa passiva dalle acque che saranno realizzate per la mitigazione ragionevole del rischio nelle zone depresse degli abitati.
Per la rinaturalizzazione del sistema idrografico
Anche nel suo basso corso il fiume Paglia riceve come affluenti, tanto di destra tanto di sinistra, fiumi, fossi e canali. Ciconia è solcata dal Carcaione e dal Chiani, Orvieto Scalo dal fosso della Badia. Su questi affluenti sono state realizzate opere di arginatura e passerelle che il parco civico del Paglia consentirebbe di integrare in un sistema organico. Con interventi modesti, però ben mirati, si può modificare in maniera significativa la percezione del valore delle aree verdi di ambito urbano da parte dei cittadini. In alcuni casi, con semplici interventi di ripulitura spondale, si possono realizzare sentieri che consentirebbero di raggiungere ambienti naturalisticamente interessanti e di godere di scorci paesisticamente gratificanti.
Per la riqualificazione urbana
La trasformazione dello spazio golenale in parco civico del Paglia induce adattamenti significativi nel tessuto urbano di Orvieto Scalo e Ciconia. Le vie poderali ad uso pubblico, le strade di cantiere, i sottopassi dell’autostrada, ma anche le vie di pertinenza comunale che sono in situazione di trascurato degrado saranno ripensate come accessi al parco. Ed in questo senso restituiranno percorribilità pedonale, sicura e confortevole, ad ogni zona e verso ogni zona degli abitati. In questo quadro diventa possibile anche allacciare tra loro i segmenti di piste ciclabili già realizzati, e mai effettivamente utilizzati, e le aree verdi di quartiere smetterebbero di essere isolate per dare origine ad uno spazio urbano effettivamente interconnesso e dunque piacevolmente agibile. E’ plausibile considerare una riduzione nell’uso dei mezzi di locomozione a motore e dunque effetti positivi per la diminuzione del traffico veicolare anche sulle principali arterie.
Gli abitati percorsi lentamente, a piedi o in bicicletta, sono generalmente tenuti meglio di quelli frettolosamente transitati dalle auto. Questa coincidenza rende ragionevole anche sperare che si intraprendano le piccole opere di manutenzione esterna degli edifici e le ritinteggiature delle facciate che, in breve, possono rideterminare la qualità urbana percepita dai cittadini.
Per la ripresa economica
In rapporto alla consistenza e ai trend demografici, Orvieto Scalo e Ciconia già offrono un surplus di unità abitative. Il settore dell’edilizia è in crisi dunque per mancanza di acquirenti e ciò nonostante si continua ad edificare e lo si fa con tipologie residenziali che sperperano il territorio ancora disponibile. Un parco civico, agendo con gli strumenti della pianificazione urbanistica correlata, indurrebbe a calmierare le speculazioni sulle compravendite dei terreni e ri-orienterebbe le attività edilizie dalla costruzione ex novo al recupero dell’esistente e al suo adeguamento alle norme di efficienza termica e risparmio energetico.
Un attento programma di disciplinatura delle acque e di messa in sicurezza degli abitati, alla cui base deve stare il parco civico del Paglia, richiede poi la realizzazione di opere pubbliche e la loro manutenzione e il monitoraggio e la manutenzione costante dell’alveo del fiume e dei suoi affluenti. In tutto questo è ragionevole considerare che possano essere assorbite almeno una parte delle competenze e delle maestranze del settore edilizio locale.
Per la salute dei cittadini
L’impatto dei determinanti sociali sulla salute dei singoli e sui carichi di malattia delle comunità è ormai un dato acquisito dagli studi sulla salute pubblica. I profili demografici con le relative connessioni epidemiologiche e dunque la particolare domanda di salute delle nostre comunità insieme ai costi sempre più alti e sempre meno sostenibili della sanità pubblica obbligano le istituzioni all’adozione di politiche sociali capaci di indurre stili di vita sani da parte delle popolazioni. Che sono efficaci però soltanto se riescono a incidere anche sulle condizioni di vita.
Il parco civico del Paglia realizza nel tessuto urbano e nello spazio naturale quelle trasformazioni di struttura che rendono possibile e favoriscono l’assunzione di stili di vita più sani, in gran parte legati al contrasto della sedentarizzazione e all’incentivazione dell’active ageing, da parte dei residenti. Ma riducendo i volumi di traffico veicolare riduce di conseguenza anche le emissioni inquinanti da esso prodotte migliorando la qualità dell’aria.
In questo senso la sua realizzazione è in linea con le raccomandazioni di tutte le organizzazioni sanitarie nazionali ed internazionali che riguardano la Promozione della Salute: il parco del Paglia è salutogenico (generatore di salute).
Come
Il disegno del parco civico del Paglia e la sua realizzazione saranno definiti in maniera pubblica come forma concreta di programmazione urbanistica partecipata e di ricerca-azione socio-antropologica sulla percezione del territorio, sull’espresione dei bisogni e sull’individuazione collettiva delle risposte.
L’associazione, che ha già fatto qualche incontro informale con gli stakeholders provvede alla realizzazione di un modello provvisorio che sarà ospitato sul sito web e presentato in varie iniziative pubbliche di tipo seminariale e assembleare. Queste iniziative di fatto alimenteranno un forum permanente cui oltre alle istituzioni sarà nostra cura far partecipare anche le aggregazioni informali di cittadini e per quanto possibile i singoli. Vogliamo così dar vita, nei limiti delle possibilità e delle caratteristiche di una associazione di promozione sociale quale la nostra, ad un sistema aperto in grado di stimolare un atteggiamento positivo verso la trasformazione riqualificante dell’ambiente urbano e paesaggistico in cui si vive. E in grado altresì di accogliere il contributo di tutti e di orientare l’impegno di ciascuno.
Con chi
Al momento le autorità locali sono state informate delle nostre intenzioni e ci sembra che abbiano assunto una posizione di ascolto interessato.
Abbiamo realizzato un seminario di prova cui hanno aderito: ass. Rugby / Uisp / Libertas / Andromeda / Tiro con l’arco / Aso / Associazione pesca / Gruppo escursionistico Majorana / Parco Archeologico Ambientale Orvietano / Mountain Bike / Ruzzolone / Cai / Ortolani / . Con loro e con quanti aderirenno alle nostre proposte sottoscriveremo il Patto per il Parco civico del Paglia che formalizzerà ruoli e impegni.
Con che
Per la fase di avvio del progetto e di prima sistemazione delle aree, ad oggi, sappiamo di poter contare su fondi che derivano da progetti in esecuzione appaltati dalla Provincia di terni; dalla dichiarazione dello Stato di Emergenza a seguito dell’esondazione del fiume Paglia del novembre 2012; dal Piano di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio del Comune di Orvieto.
Complessivamente si tratta di qualche centinaia di migliaia di euro: più che sufficienti per lo start up.
Successivamente e in relazione a specifici aspetti saranno attivate opportune forme di fund raising.