ORVIETO – Tre lettere di licenziamento e un incarico in scadenza che non verrà rinnovato. Si sta consumando così la lenta agonia del Centro studi città di Orvieto. Martedì sono state recapitatate le lettere di licenzianemento per i tre dipendenti, la quarta non è nenanche necessaria perchè l’incarico del direttore Stefano Talamoni scade il 30 giugno.
Motivo: l’insussistenza dei mezzi finanziari impedirebbe di proseguire le attività del Csco. Inutile dire che nel personale che da mesi combatte per vedersi riconosciuti professionalità e stipendi c’è non solo scoramento, ma anche rabbia. La reazione – assicurano – sarà pressoché immediata, tanto tramite le vie legali quanto quelle sindacali. L’azione contro il personale è ritenuta infatti del tutto illegittima.
La questione non potrà non essere affrontata – seppure tradivamente – lunedì pomeriggio quando in consiglio comunale sono iscritti ben tre punti all’ordine del giorno riguardanti il Centro studi. Un’interrogazione presentata dal capogruppo dei Socialisti, Evasio Gialletti che punta all’annullamento sia della convocazione dell’ultima seduta del cda della Fondazione Csco sia delle decisioni assunte in quella sede dai membri decaduti del consiglio di amministrazione. Un altro punto riguarda la discussione in merito alle relazioni prodotte dalla commissione temporanea di studio istituita a fine novembre (relatore l’assessore all’Istruzione Roberta Tardani). E, infine, c’è anche una mozione urgente, presentata dalle opposizioni. Il nocciolo fondamentale del problema è che, senza discussione in consiglio comunale, un consiglio di amministrazione decaduto lo scorso novembre sta prendendo decisioni cruciali per la scuola che, per definizione, vanno ben al di là dell’ordinaria amministrazione